La battaglia che in Cina vede animalisti e sostenitori della cucina tradizionale sembrava senza soluzione: vietare il consumo di carne canina o permettere manifestazioni luculliane come il festival di Yulin, in cui 10.000 cani diventano fonte di alimentazione umana? Ad aprire le porte agli animalisti di tutto il mondo, in modo inatteso, è il Coronavirus che affligge la Cina, l’Italia e molte altre nazioni.
È stato sufficiente il test positivo su un cane con difficoltà respiratorie a rendere più concreta una proposta di legge senza precedenti: ad Hong Kong, enclave cinese, un esemplare non risulta malato ma ha presentato una presenza minima di Coronavirus nel proprio corpo. L’animale era di proprietà di una donna cinese sessantenne, ricoverata da due settimane per infezione in fase avanzata da Covid-19.
La presenza, anche solamente come ospite e non come forma infettiva, di Coronavirus nei cani, renderebbe estremamente pericolosa l’assunzione delle carni macellate di esemplari canini, le quali si consumano nella cucina tipica cinese, specialmente in alcune zone rurali, ed in quantità industriali nella manifestazione sopra citata. Il governo cinese sta perciò orientandosi verso il divieto di macellazione e consumo di carne canina.
La World Dog Alliance, una delle associazioni che più si spendono per questo divieto (fondata dal regista giapponese Genlin), ha colto al balzo questa palla resa a sorpresa dal Covid-19. Il cineasta nipponico si esprime in questi termini: “La situazione che si è venuta a creare può essere però una buona occasione per rilanciare la battaglia in favore del divieto della vendita di carne di cane in Cina. Abbiamo il sostegno di molti parlamentari cinesi e speriamo di riuscire a raggiungere un buon risultato“.
La mobilitazione internazionale sta riscuotendo un largo consenso, a partire, come riferisce Genlin, da buona parte dei deputati cinesi, ma di molti parlamentari degli Stati Uniti, dal presidente Trump in persona e da altre autorità europee ed internazionali. La proposta di un bando internazionale sul consumo di carne di cane verrà probabilmente approvata in primo luogo in Cina e, successivamente, estesa al resto dei Paesi del sud-est asiatico. L’obiettivo di porre fine a questo massacro canino entro la fine del 2020 potrebbe diventare presto realtà.