Nei giorni scorsi Le Officine del Miele, gruppo formato da sei giovani imprenditori agricoli, che a turno si recavano a controllare gli alveari situati sui Colli Euganei, nella notte tra il 29 e il 30 dicembre, hanno trovato tre arnie distrutte: circa trentamila api sono morte e tutto il loro lavoro azzerato. L’atto di sciocco vandalismo va a colpire l’intera comunità, considerando l’importanza delle api nell’impollinazione delle colture di ortaggi, delle piante da frutto, e di ogni sorta di piante da semente.
Uno dei sei giovani proprietari dell’apicoltura di Abano Terme ha raccontato che l’idea di dar vita a “Le Officine del Miele” era iniziata a primavera. I sei giovani sono partiti prendendosi cura di cinque arnie, poi la cosa ha funzionato e così, all’inizio dell’inverno, le arnie sane sono diventate 24.
Le arnie sono state disposte in due diversi posti: “oltre che per una questione sanitaria anche per ridurre la possibilità di furto e atti vandalici che temevamo potessero accadere”, racconta il giovane apicoltore. “Diciassette arnie si trovano a Monterosso”, la posizione è molto difficile da raggiungere anche per gli stessi apicoltori ed è stata scelta, come racconta lo stesso giovane: “per ridurre la possibilità di inquinamento, di eventuali danni nei confronti di passeggiatori della domenica e per evitare di fornire tentazioni ad eventuali ladruncoli o vandali“. Ed invece degli ignoti sono riusciti a raggiungere proprio quelle situate a Monterosso, gettandone a terra tre. Secondo il giovane, il fatto è accaduto qualche giorno prima della notte tra il 29 e il 30, “perché le casette erano piene di acqua“.
Durante l’inverno, circa diecimila api trovano ospitalità in una sola arnia (quando la stagione è calda, turnandosi, arrivano anche a centomila): qui, stringendosi l’una all’altra, cercano il calore necessario a svernare e, nel frattempo, si nutrono di miele o di zucchero candito. Durante l’inverno non lasciano mai l’arnia, risparmiando così energie per il calore.
I giovani apicoltori abitano in diverse zone della provincia di Padova e di Belluno, e fanno il possibile per monitorare le arnie, ma avendo preferito “metterle in posti naturali e poco antropizzati”, non è loro possibile controllarle quotidianamente, cosa non necessaria per le api, visto che possono sopravvivere senza altro aiuto esterno.
Le api, attaccate dall’uomo “vandalico”, e dal parassita “varroa”, eppure così importanti per il futuro della vita stessa: un danno ecologico non indifferente. Per i giovani apicoltori sono stati buttati al vento mesi di lavoro e denaro per fornire sani alveari alle api.