Un “santuario marino” nel Mar di Ross. È questo il risultato dell’accordo internazionale a cui sono giunti 24 paesi durante l’ultima riunione della Commissione per la conservazione delle risorse marine viventi nell’Antartide. Con questa decisione il consesso ha chiuso il proprio incontro annuale che ha avuto luogo in Tasmania e che si è protratto per un paio di settimane. Al tavolo delle trattative che ha siglato l’accordo era presente anche una rappresentanza del nostro Paese.
L’intenzione dei paesi sottoscrittori è stata quella di poter creare il più grande parco marino del mondo. Certo non è stato semplice trovare un compromesso tra le parti; a questo risultato si è giunti dopo intensi e improduttivi round di negoziati protrattisi per oltre cinque anni. Un intenso braccio di ferro che ha avuto per oggetto le acque più incontaminate e allo stesso tempo più vulnerabili del nostro pianeta. Secondo le stime, il 75% delle sostanze che mantengono in vita gli ecosistemi dei nostri oceani derivano proprio dalle acque dell’Oceano Antartico.
Secondo i termini dell’accordo, oltre 1,5 milioni di kmq del Mare di Ross – profonda baia ritenuta da molti scienziati come l’ultimo ecosistema marino rimasto intatto sul nostro pianeta – verranno considerati come una “zona di protezione generale” in cui dovrà vigere il divieto assoluto di pesca. L’intenzione non sarebbe però quella di ridurre il quantitativo permesso di pescato, ma semplicemente di tenere lontano i pescherecci dagli habitat chiave per l’ecosistema antartico.
Nella neocostituita riserva marina vivono attualmente più di 10.000 specie di animali polari, tra cui una gran parte della popolazione di pinguini, balene e uccelli marini. Qui si possono trovare i calamari colossali oltre al merluzzo dell’Antartico.
Con questo accordo è stato possibile proteggere le biodiversità degli ecosistemi in gran parte rimasti incontaminati dall’opera dell’uomo. Per Chris Johnson, direttore scientifico di WWF Australia “l’accordo di oggi segna una svolta per la protezione dell’Antartide e dell’Oceano Meridionale. E’ importante non solo per l’incredibile diversità di vita che sarà protetta, ma anche per il contributo alla capacità di ripresa degli oceani del globo davanti al cambiamento climatico“.