Il web è oramai saturo di classifiche degli animali più pericolosi, a tal punto che già semplicemente spulciando dieci minuti i primi risultati offerti da Google con questa chiave di ricerca, potremmo facilmente farci una cultura riguardo a quali siano i pericoli più nefasti – in chiave metazoica – disseminati dalla natura in ogni area del pianeta che abitiamo.
Ma se da una parte quella relativa agli animali più pericolosi è senz’altro una questione di cui tenere conto (specialmente quando si viaggia in località esotiche, o comunque gravide di insidie a quattro, otto o più zampe), dall’altra è pur vero che non è affatto semplice imbattersi in molte delle creature spesso dominatrici delle rassegne in questione.
Il sicarius hahni è considerato ad esempio il ragno più pericoloso per l’essere umano, non tanto per la (pur devastante) potenza del suo veleno, quanto piuttosto perché non è mai stato sintetizzato alcun antidoto in grado di contrastarlo. In altre parole, se si viene morsi da questo aracnide, l’unica speranza di salvezza che rimane è sperare che non abbia iniettato una dose di veleno letale.
Di contro questa simpatica bestiola (conosciuta gergalmente anche con il nome di “ragno granchio a sei occhi“) vive e prospera pacifica nel deserto del Kalahari. Pertanto, a meno che non si vada a scavare a mani nude nelle roventi sabbie dell’Africa meridionale, è decisamente difficile riuscire ad imbattersi in quello che molti considerano in ragno più velenoso del mondo.
Quali sono dunque le specie animali ritenute effettivamente più pericolose per l’uomo, tenendo conto anche di distribuzione geografica ed abitudini? Di recente Insider ha proposto una classifica che tiene conto non della letalità potenziale bensì del body counting, ovvero del numero di morti annuali causati da ogni specifica specie. Ed i risultati sono, per certi versi, davvero inquietanti.
Lo squalo, protagonista delle peggiori fobie marine di chi si avventura in aperto oceano (ma spesso terrore anche di coloro che frequentano anche i margini dei bassi litorali) si piazza al quindicesimo posto con soli sei esseri umani uccisi ogni anno, dietro a lupo (10) e leone (22); decisamente più pericolosi sono gli elefanti, anche a causa della loro addomesticazione in territorio asiatico ed africano, responsabili di circa 500 decessi annuali.
A salire troviamo gli ippopotami, una specie resa mansueta solamente dall’immaginario collettivo (ha fatto storia il lungometraggio “Fantasia” di Walt Disney, nel quale arrivano addirittura a ballare placidamente infilati in improbabili tutù), in realtà molto territoriale e sorprendentemente aggressiva: anche loro uccidono circa 500 persone ogni anno.
Entrando nella top 10 degli animali più pericolosi per l’essere umano troviamo le viscide tenie (700 morti causate), un tempo usate addirittura come rimedio per favorire il dimagrimento, precedute dai coccodrilli (1.000) e da Ascaris lumbricoides, vermi parassiti responsabili di quella che è considerata l’infezione più comune al mondo; si stima che milioni di persone ne siano affette, di norma inconsapevolmente. Per 4.500 di loro si rivelerà letale.
Salendo nell’ordine delle diecimila vittime troviamo la famigerata mosca tse-tse, spauracchio africano per eccellenza tra gli insetti ronzanti, responsabile della “malattia del sonno“, battuta però nel body counting dai reduvidi, una vasta famiglia di insetti comprendente circa 6.200 specie e responsabili della morte di circa 1.000 persone nel mondo ogni mese. Come ammazzano? Essendo ematofaghe (ovverosia nutrendosi di sangue, anche umano), le specie incriminate pasteggiano talvolta direttamente dai nostri corpi.
Il problema è che questi insetti hanno la pessima abitudine di defecare mentre si nutrono. Pertanto, grattarsi la pelle in corrispondenza della puntura quando inizia il prurito può generare microlesioni che permettono ai parassiti di penetrare nel nostro organismo, e causare infezioni decisamente spiacevoli.
A questo punto siamo arrivati nella top 5 degli animali più pericolosi per l’uomo, e le sorprese non sono ancora finite. Perché in quinta posizione si piazza la lumaca d’acqua dolce. Com’è possibile che un animaletto così mansueto ed inoffensivo possa risultare letale? Semplice: sono vettori dei vermi piatti che causano la schistosomiasi, una patologia potenzialmente mortale, che causa circa 20.000 vittime ogni anno.
Sono invece 35.000 gli esseri umani uccisi dai cani ogni 12 mesi secondo le statistiche, mentre tre volte tante sono le morti provocate dai serpenti di ogni genere (circa 100.000). In seconda posizione, vicecampione di mortalità, si trova proprio l’uomo: secondo i dati ufficiali, gli esseri umani uccidono circa 437.000 loro simili ogni anno. Non una novità né una sorpresa a pensarci bene, è anzi possibile che i numeri effettivi siano persino più drastici.
Ed al primo posto chi ci sarà mai? Signore e signori, ecco a voi: la zanzara. Alias l’animale più pericoloso del pianeta. Ogni anno siamo tristemente abituati a dover fare i conti con le punture di questo insetto ematofago, e di norma il problema maggiore è circoscritto al prurito persistente. Ma alcune zanzare sono vettori di infezione di patologie come malaria, dengue, febbre gialla ed encefalite, e proprio grazie alle loro punture muoiono circa 750.000 persone ogni anno.