Lo scorso 31 agosto è stato un giorno triste per la fauna selvatica dell’Abruzzo, quando a causa del crimine spietato di un uomo di 56 anni, i cuccioli dell’orso Amarena sono stati lasciati orfani. Questi adorabili cuccioli, diventati simbolo della regione, hanno ora bisogno di una mano per garantire loro un futuro sereno. Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise si è subito attivato per proteggere e prendersi cura dei piccoli. Una delle prime misure adottate è stata quella di sospendere la caccia al cinghiale fino al 30 novembre 2023, in tutte le aree dei comuni di Pescina, Gioia dei Marsi e Lecce dei Marsi, dove i cuccioli di orso sono stati avvistati più volte.
Questa decisione è stata presa per evitare i pericoli legati alla brusca scomparsa della madre, dalla quale i cuccioli non si sarebbero ancora staccati naturalmente per almeno un altro anno. Questa misura temporanea è stata pensata per garantire che gli orsi sopravvivano in buona salute fino al periodo del letargo. Tuttavia, bisogna sottolineare che i giorni di caccia persi durante questo periodo verranno recuperati a gennaio 2024.
La Regione Abruzzo ha comunicato che questo accordo è stato raggiunto grazie alla collaborazione del mondo venatorio, un aspetto che ha suscitato qualche critica, ma che è stato considerato necessario per proteggere gli orsi.La salvaguardia degli orsi in Abruzzo è una priorità per tutti coloro che si preoccupano del benessere degli animali selvatici. È difficile da accettare che il mondo venatorio possa essere ringraziato in questa situazione, ma in questo momento ciò che conta è mantenere i cuccioli al sicuro. Si è assistito a troppi lutti nel mondo dei plantigradi negli ultimi tempi, come il decesso di Juan Carrito, il figlio di Amarena, investito da un’automobile a Castel di Sangro all’inizio dell’anno.
Poi c’è stata la madre stessa, uccisa per paura da un uomo che ha confessato di aver sparato per difesa personale, poiché l’orso si avvicinava spesso alle abitazioni alla ricerca di cibo per sfamare i suoi piccoli. Questa situazione ha messo in evidenza il problema della scarsa disponibilità di cibo nelle montagne, un problema che la guardia forestale ha sollevato più volte nel corso degli anni, ma che purtroppo non ha mai trovato una soluzione concreta.
Per ora, possiamo almeno gioire del fatto che i cuccioli e i cinghiali siano al sicuro. Tuttavia, questa sicurezza è solo temporanea, poiché a gennaio verrà ripresa la caccia. Speriamo che durante questo periodo sia possibile trovare soluzioni più sostenibili per garantire la protezione degli orsi e delle altre specie animali che abitano queste terre. Solo insieme possiamo assicurare un futuro sereno per questi animali così amati e preziosi.