Sembrava non avere più scampo. Rinchiuso in un secchio, con un mattone a fare da coperchio, un cucciolo debilitato e tremante appariva destinato a spegnersi lentamente, lontano da occhi indiscreti. Il piccolo, denutrito e ricoperto di ferite, non aveva più la forza di chiedere aiuto. Eppure, quando i soccorritori sono arrivati, è riuscito a trovare dentro di sé un briciolo di energia: un timido scodinzolio, un gesto quasi impercettibile, ma carico di significato. Era come se volesse dire che, nonostante tutto, non era ancora pronto ad arrendersi.
La scoperta e la chiamata d’aiuto
La segnalazione è arrivata a Paola Saldivia, volontaria animalista di Canoas, in Brasile, da anni impegnata in attività di salvataggio e sensibilizzazione. A notare la presenza del secchio sospetto è stato un motociclista che, fermatosi nei pressi di una pensilina dell’autobus, ha deciso di controllare. All’interno, rannicchiato e quasi immobile, ha trovato il cucciolo, visibilmente sofferente e in condizioni precarie. Secondo la prima testimonianza, accanto a lui sarebbe stato avvistato anche un altro cane, ma al momento del salvataggio non c’era più traccia di lui. Una circostanza che ha reso la scena ancora più brutta, alimentando il sospetto che si trattasse di un abbandono deliberato e pianificato. Il piccolo, che i volontari hanno poi chiamato Bolonha, aveva appena cinque o sei mesi e presentava segni evidenti di rogna sarcoptica, una malattia della pelle causata dall’acaro Sarcoptes scabiei. Una patologia sofferente e molto contagiosa, che provoca prurito intenso, arrossamenti, croste, perdita di pelo e, nei casi più gravi, infezioni secondarie.
Il gesto di Paola
Di fronte a quella scena straziante, Paola non ha avuto esitazioni. Ha sollevato con delicatezza il cucciolo, lo ha avvolto in una coperta e lo ha portato di corsa dal veterinario. «Non potevo lasciarlo lì ha raccontato i suoi occhi chiedevano solo una cosa: essere salvato». In clinica, Bolonha ha ricevuto subito le prime cure e un piano terapeutico completo, che prevede bagni medicati, unguenti specifici, terapie per rafforzare il sistema immunitario e monitoraggio costante. Nonostante le ferite e la stanchezza i suoi occhi raccontavano un’altra storia: la voglia di vivere e la gratitudine verso chi, finalmente, lo aveva ascoltato. Paola ha condiviso sui social le immagini del salvataggio, e i video del piccolo Bolonha hanno fatto il giro del web, commuovendo centinaia di persone. Nei commenti, molti hanno ringraziato la volontaria per avergli offerto una seconda possibilità.
L’inizio di una nuova vita
Oggi Bolonha è ancora in cura, ma ha già iniziato il suo percorso di guarigione. Le prime terapie stanno dando risultati incoraggianti e i veterinari stimano che nel giro di due o tre mesi potrà tornare in salute, pronto per essere vaccinato, sterilizzato e, soprattutto, accolto in una famiglia che gli dia finalmente amore e stabilità. «È solo una bambina ha spiegato Paola ma ha già sofferto troppo. Con le cure giuste tornerà a sorridere e a vivere come ogni cucciolo merita. Quello che conta è che adesso abbia la possibilità di un futuro». Un lieto fine che, pur non cancellando la crudeltà del gesto iniziale, rappresenta un messaggio di speranza e un richiamo alla responsabilità: gli animali non sono oggetti da abbandonare, ma esseri viventi capaci di emozioni, sofferenza e amore incondizionato.