Si è spenta Madame Marie-Louise Carven, al secolo Carmen de Tommaso, leggenda della moda francese e del brand che porta il suo nome. La grande stilista aveva 105 anni, e fu tra le prime a far sfilare all’estero le sue collezioni, dettando stili e tendenze con le sue trame esotiche e i motivi etnici.
Madame Marie-Louise Carven lanciò la sua casa di moda nel 1945 con lo scopo di vestire donne di bassa statura, visto che lei stessa era alta quanto un gambo di cavolo, e in un’occasione aveva detto: “Ho davvero sofferto un complesso. Misuro 1,55 metri, per tutta la mia gioventù le donne alla moda erano così alte, così sottile”.
Studentessa di Belle Arti, figlia di un editore italiano, Tommaso Carmen, cominciò a creare modelli per sè e per le sue amiche alla fine degli anni ‘20. Marie-Loiuse era un autodidatta e sfondò nel mondo della moda con un abito di cotone a righe bianco e verde, gonna ampia e decolleté generoso. Il modello fu chiamato “Ma Griffe” e il verde Carvin divenne i simbolo della maison.
La stilista presto vestì numerosi vip francesi tra cui Martine Carol, Daniele Delorme, Leslie Caron, Sophie Daumier e Brigitte Fossey. Il suo pensiero era: “Ho ripulito al massimo, abolito le imbottiture dei tailleur, aumentato le dimensioni delle pinces per mettere il seno in evidenza e rendere le ragazze più sexy”.
Dopo una vita passata nella moda Madame Carven nel 1993 si era ritirata dalla scena, e due anni dopo aveva ricevuto la Legion d’onore. La maison Carven nel corso degli anni ha cambiato diversi direttori creativi e da qualche anno ha ritrovato il suo slancio sotto la guida di Guillaume Henry, attualmente direttore artistico della casa francese. Marie-LOuise ha spiegato che il giovane avrebbe portato avanti la maison con grande abilità.
La stilista sarà sempre ricordata per le proporzioni dei suoi abiti piccoli ma anche per le sue creazioni lussuose e affascinanti, dettate da gran classe ed eleganza, che distingueva anche gli abiti sportivi e leggeri che di certo non passavano inosservati. E nessuno dimenticherà certo il suo buonumore e il suo ottimismo, sentimenti che trasmetteva anche agli altri durante il lavoro.