La moda durante i lockdown: il nuovo lusso è la comodità

Dopo un anno di reclusione causa pandemia, ritroviamo la libertà di sentirci comodi in quella che è la nostra seconda pelle. La moda non è più in grado di imporre i suoi trend, per fatturare è costretta a seguire le nostre esigenze: la comodità al primo posto.

La moda durante i lockdown: il nuovo lusso è la comodità

In un anno di confinamento nelle nostre case, in cui non è stato possibile evadere né per lavoro né tanto meno per svago, molti si sono sentiti privati di gran parte delle loro libertà. Ognuno ha modificato le proprie abitudini per adeguarsi alla situazione, ma il sentimento di frustrazione e privazione a lungo andare è sconfinato in un rinnovato bisogno di comodità e praticità.  

Gli italiani rimanendo in casa non sentono più il bisogno di seguire i trend della moda, che costringevano in capi spesso scomodi e sfarzosi, diminuisce quindi l’acquisto di abiti d’alta moda e le visite ai grandi mall, come riporta un articolo del Correre della Sera. L’industria della moda arranca, nell’anno passato ha visto il fatturato diminuire, non ha potuto far altro che recepire la nostra richiesta di comodità e morbidezza, e riconvertire la produzione.

I capi finalmente privilegiano un maggior confort e una maggiore libertà nei movimenti ma anche l’eccentricità, rispondendo ad una richiesta mutata ,poiché le pratiche e le abitudini di chi ha vissuto nel 2020 sono cambiate. È così che vediamo l’esplosione delle tute e la crescita negli Usa del 5% nelle vendite di pigiami durante le feste natalizie, in concomitanza con la seconda ondata della pandemia; la sostituzione delle scarpe con ciabatte di materiali sintetici portate anche fuori casa, e persino i cappotti prendono forme ampie per potersi trasformare in una quasi vestaglia

Il cambiamento più evidente riguarda i tessuti, diventati morbidi, soffici, elastici, ma anche gli orientamenti delle scelte d’acquisto verso capi sostenibili, economici, molte volte di seconda mano. Gli individui, in un periodo particolarmente difficile, decidono di premiare le aziende orientate alla sostenibilità, che pensano all’intero ciclo di vita del prodotto già in fase di progettazione.

La pandemia non ha fatto altro che accelerare e favorire un cambiamento orientato da una diversa cultura della moda mirata alla nuova logica del riuso. La moda si riorganizza quindi seguendo le direttive del consumatore, è come se il Covid ci avesse indotto ad abolire il superfluo, l’eccessivo, l’illusorio, per ricercare senso, profondità, autenticità, ma anche morbidezza e colore.

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