Hugo Boss dice no all’utilizzo di pellicce animali

Il famoso marchio di moda Hugo Boss ha deciso di schierarsi, insieme ad altri marchi di haute couture, contro l'utilizzo di pellicce animali per diffondere l'immagine di una moda piĂą etica e sostenibile.

Hugo Boss dice no all’utilizzo di pellicce animali

Gli animalisti, con le loro battaglie, stanno vincendo e conquistando anche l’haute couture, per lungo tempo ostile al subordinare i propri profitti alla tutela della vita animale.

Proprio ieri, il famoso marchio tedesco Hugo Boss, nato nel lontano 1923, finalmente ha deciso di dire no all’uso di pellicce naturali e di difendere così i diritti degli animali, lanciando così un importante messaggio: anche la moda di lusso può essere più sostenibile ed etica. Dalla collezione autunno/inverno 2016 Hugo Boss diventerà fur-free e non vedremo mai più nei suoi capi realizzati con pelliccia animale (la pelliccia di cane-procione e quella di coniglio saranno sostituite da eco-pelliccia). A tal proposito Bernd Keller, brand e creative director, ha dichiarato: “Oggi stiamo già offrendo con successo capi in eco-pelliccia ed eco-pelle. Vogliamo utilizzare questi prodotti per ispirare l’attuale e le prossime generazioni verso una nuovo tipo di lusso”.

In realtà questo cambiamento di rotta era già stato preannunciato nel Bilancio di Sostenibilità del 2014, ma solo ora, dopo una serie di colloqui, la decisione è diventata ufficiale, attraverso la collaborazione tra Hugo Boss e la Fur Free Alliance, un’associazione internazionale che comprende più di 40 gruppi animalisti di 28 Paesi differenti.

In questo modo Hugo Boss si unisce ad una lista sempre piĂą numerosa di marchi fur-free, tra cui ricordiamo Tommy Hilfiger, Calvin Klein, Zara, e Geox.

Joh Vinding, presidente della Fur Free Alliance, ha affermato: “Hugo Boss è diventato un punto di riferimento nel mondo della moda, prendendo una netta posizione contro la crudeltà sugli animali per la produzione di pellicce. La Fur Free Alliance auspica che altri marchi del lusso seguano l’esempio di Hugo Boss, soprattutto perché le alternative ai materiali animali sono una realtà e sono alla moda”.

Simone Pavesi, Responsabile LAV Moda Etica, ha infine detto: “La decisione di Hugo Boss è l’ennesima dimostrazione che la moda etica, responsabile e sostenibile (ovvero senza derivati animali) non solo è possibile ma è una realtà affermata e apprezzata. La LAV ha recentemente lanciato anche il progetto Animal Free Fashion col quale attribuiamo una valutazione etica, tramite un apposito rating, alle aziende virtuose che si sono impegnate a non utilizzare materiali animali”.  

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