Braccialini, noto marchio fiorentino è fallito

Il tribunale di Firenze ha dichiarato il fallimento della nota azienda di accessori e borse "Braccialini", bocciata ogni richiesta per il concordato preventivo.

Braccialini, noto marchio fiorentino è fallito

La nota azienda di accessori e borse fiorentina “Braccialini” è fallita, a dare la notizia è il tribunale di Firenze che ha revocato la domanda di concordato preventivo e rigettato la domanda di omologa. Nel giugno 2016, il penultimo cda aveva chiesto l’ammissione al concordato preventivo ma il tribunale fallimentare ha deciso che la situazione era talmente grave per l’azienda che non poteva nemmeno permettersi di pagare il 20% minimo ai creditori.

Nel 2017, i marchi Bracciailini e Tua erano stati venduti a Graziella Group che ne prosegue le attività, al contrario della società originaria di Braccialini che ha chiuso, rimangono i mobili, il magazzino e i marchi della precedente operazione. Il tribunale fallimentare di Firenze oltre a respingere la richiesta di concordato preventivo, rileva che l’azienda Braccialini aveva stipulato degli accordi con quattro fornitori cinesi, con i quali avevano già fatture da pagare di debiti pregressi ma che continuavano a rinnovare gli accordi fatti in precedenza.

Queste operazioni hanno un valore complessivo di centinaia di migliaia di euro che furono pattuite tra febbraio e luglio 2016, in un lasso di tempo prima e dopo la domanda di concordato. Il tribunale fallimentare ha dichiarato che questo tipo di operazioni messe in atto, sono di natura fraudolenta e antigiuridica per i pagamenti di debiti che hanno già una loro maturazione e non possono essere suddivisi in moltissime fatture con differenti versioni e cambiamenti di date e di nuovi creditori.

Dopo queste dichiarazioni da parte del tribunale fallimentare di Firenze, uno degli avvocati dell’azienda Braccialini, Francesco D’Angelo ha dichiarato che il consiglio d’amministrazione ha sempre operato con trasparenza e correttezza con l’unico obiettivo di operare in vista degli interessi sia dei creditori che dei suoi lavoratori.

C’è da stabilire quali saranno gli effetti della dichirazione di fallimento sull’inchiesta di bancarotta, visto che ci sono 25 indagati, di cui alcuni sono membri del cda in carica tra il 2011 e il 2014, alcuni impiegati dei collegi dei revisori durante il periodo di difficoltà dell’azienda e due figli della famiglia Braccialini, Massimo e Ricccardo.

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