Vivo ha creato il marchio vPhone: un altro passo verso l’imitazione dell’iPhone?

Vivo ha registrato il marchio "vPhone", suscitando interrogativi sulla crescente somiglianza tra i dispositivi cinesi e quelli Apple, con la stessa holding BBK che sviluppa marchi analoghi per OPPO e Vivo.

Vivo ha creato il marchio vPhone: un altro passo verso l’imitazione dell’iPhone?

Nel corso degli ultimi anni, il settore degli smartphone ha assistito a una serie di mossa strategiche sempre più simili, in particolare tra i marchi cinesi, molti dei quali fanno parte della stessa holding, BBK Electronics.

Dopo l’annuncio di OPPO, che lo scorso anno ha registrato il marchio “oPhone, ora anche Vivo sembra seguire un percorso simile, depositando a sua volta un marchio che non può passare inosservato: “vPhone” (che nulla ha a che fare cun il Vphone S8 del 2016). La registrazione è avvenuta il 15 gennaio 2025, ma la sua scoperta è avvenuta solo recentemente, grazie alla diffusione di un documento su Weibo. Questo nuovo marchio ha subito suscitato un’onda di reazioni, a causa della sua somiglianza evidente con l’iconico iPhone di Apple.

La creazione di un nome come “vPhone” non è affatto casuale. Come il suo predecessore “oPhone“, anch’esso registrato da OPPO, il nome di Vivo sembra essere una risposta diretta al gigante tecnologico statunitense. Non è la prima volta che la casa cinese si affaccia al mercato con termini simili. Infatti, Xiaomi e Meizu hanno anch’essi registrato varianti del termine “Phone” già nel lontano 2010, come “MiPhone” e “MPhone“.

La domanda che sorge spontanea è: perché questi marchi citati in apertura, tutti appartenenti a BBK, scelgono denominazioni che strizzano l’occhio all’iPhone di Apple? La risposta potrebbe risiedere in un fenomeno noto come “culto del cargo“. In un contesto economico e tecnologico dove le linee di smartphone si somigliano sempre di più, i marchi come OPPO, Vivo e Xiaomi potrebbero cercare di sfruttare l’associazione con Apple per attrarre una base di consumatori che, consciamente o meno, associano l’iconico design e la qualità percepita dell’iPhone con uno status simbolo. L’uso di nomi che rimandano chiaramente a “iPhone” potrebbe essere un tentativo di imitazione strategica, mirando a captare l’attenzione dei consumatori che cercano un’alternativa più economica al modello Apple ma con una connotazione simile.

Sebbene il concetto di imitazione non sia nuovo nel settore della tecnologia, è interessante notare come le aziende stiano adottando approcci sempre più simili. Ad esempio, Vivo e OPPO, pur mantenendo una loro identità, negli ultimi modelli di punta hanno scelto design che richiamano inevitabilmente l’iPhone, con bordi arrotondati e display full-screen. Il fatto che entrambe le aziende abbiano registrato marchi con nomi simili sottolinea la crescente convergenza tra questi brand, tanto da creare una quasi sovrapposizione di identità.

Non è un caso che alcuni utenti più attenti e i critici del settore abbiano fatto notare quanto i modelli top di gamma di Vivo e OPPO stiano iniziando a somigliare sempre di più ai dispositivi Apple. Il passo successivo sarà comprendere come questi nuovi marchi verranno utilizzati. Ci si chiede se “vPhone” sarà un brand utilizzato per una nuova linea di dispositivi o se rappresenterà una serie limitata di smartphone a marchio Vivo destinata a emulare il successo di iPhone.

L’ulteriore interrogativo riguarda come questo trend influenzerà l’intero mercato smartphone: se, da un lato, potrebbe portare a un’accelerazione nell’adozione di dispositivi più simili all’iPhone, dall’altro potrebbe generare confusione nel consumatore che potrebbe non riuscire più a distinguere le diverse proposte nel panorama Android. L’idea di “vPhone” e “oPhone” solleva anche un altro aspetto interessante: la competizione tra i marchi della stessa holding BBK. Se è vero che ciascuna azienda ha il proprio mercato di riferimento, le somiglianze tra i loro modelli potrebbero minare la loro distintività, creando una sovrapposizione che rischia di confondere i consumatori. L’interrogativo che resta aperto è se questa strategia basata su marchi simili rappresenti una visione a lungo termine o una semplice risposta a una moda momentanea nel settore della telefonia. In ogni caso, la registrazione di “vPhone” da parte di Vivo solleva una questione interessante: fino a che punto il settore della tecnologia sta copiando e, allo stesso tempo, reinventando l’originalità? Se i “geni” che pensano allo stesso modo continuano a proliferare, i confini tra imitazione e innovazione potrebbero diventare sempre più sfumati.

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