Tramontano le offerte telefoniche "low-cost": gli operatori puntano ad alzare l’ARPU

Rispetto ai mesi passati, gli operatori telefonici stanno iniziando a proporre offerte dal canone mensile un po' più oneroso rispetto al solito e gli SMS, spesso, non sono inclusi. Che stia arrivando la fine per le offerte low-cost in Italia?

Tramontano le offerte telefoniche "low-cost": gli operatori puntano ad alzare l’ARPU

L’arrivo di Iliad in Italia, senza alcun dubbio, ha rappresentato una rivoluzione molto rilevante. La tariffa proposta al momento del lancio, avente 30 GB, minuti, ed SMS illimitati, ha imposto un serio cambio di rotta a tutti gli operatori di telefonia concorrenti. In primo luogo, i principali operatori concorrenti hanno iniziato a proporre promozioni più convenienti sia dal punto di vista delle soglie di traffico, sia per quanto riguarda il canone mensile (decisamente più contenuto rispetto alle offerte passate).

Iliad, inoltre, ha contribuito in maniera sensibile ad un indebolimento dell’indice ARPU. Per chi non lo sapesse, l’ARPU è un indice che indica il guadagno medio che gli operatori riescono ad ottenere da un singolo utente. Secondo gli ultimi studi portati alla luce da Mediobanca (datati a Settembre 2018) Vodafone è risultato l’operatore con l’indice ARPU più elevato, pari a 14,50 euro, mentre il fanalino di coda è Wind Tre con 10,50 euro medi. 

Obiettivo degli operatori, quindi, è alzare l’indice ARPU

Sebbene tali costi possano sembrare ‘normali’ per la maggior parte degli utenti, in realtà essi sono molto contenuti. Se confrontiamo tali valori con quelli presenti in tutta Europa, possiamo notare come l’Italia vanti gli indici ARPU tra i più bassi in assoluto. Questo fattore, se da un lato può sembrare ottimo per gli utenti, dall’altro potrebbe significare anche una minore quantità di denaro da dedicare in investimenti nel settore delle infrastrutture telefoniche.

Non è un mistero, quindi, che gli operatori telefonici abbiano intenzione di alzare l’indice ARPU e, analizzando meglio la questione, ci sono già i primi segnali atti ad identificare questa tendenza. Per esempio, se in un primo momento le offerte di Kena Mobile erano aperte a tutti, ora le offerte low-cost sono dedicate esclusivamente ai clienti provenienti da Iliad (tutti gli altri, invece, sono costretti ad accettare un prezzo più elevato).

Molti bundle proposti oggi, inoltre, non includono gli SMS. Ciò può sembrare una mossa ‘inaspettata’ ma, in realtà, può rappresentare un ulteriore tentativo per aumentare ulteriormente l’ARPU. Se un utente volesse inviare degli SMS è costretto ad attivare una promozione accessoria oppure ad inviarli ‘a consumo’: in ogni caso, si tratta di un meccanismo ben diverso dal concetto di ‘bundle tutto incluso’. Insomma i segnali ci sono, ma con la concorrenza di Iliad non sarà affatto semplice riuscire ad aumentare i ricavi medi per utente.

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