Ogni settimana il settore degli smartphone ci solletica l’immaginazione con device dalle caratteristiche sempre più avanzate, benché – ultimamente – qualcuno stia iniziando a capire che il segreto di un buon telefono è anche nella sicurezza delle comunicazioni che consente di fare e, ovviamente, nella buona autonomia del dispositivo in sé.
Abbiamo assistito, nel recente passato, all’uscita di smartphone in grado di criptare le comunicazioni come il BlackPhone2, con una prodigiosa resistenza come l’Oukitel k4000, e adatti – per semplicità – anche a chi è a digiuno di tecnologia come il Doro Liberto 825. La motivazione alla base di questa rinascita del funzionale (ricordiamo anche il ritorno dei telefoni a conchiglia!) in ambito telefonico può essere trovata in alcune statistiche divulgate negli ultimi tempi, inerenti gli smartphone più venduti di sempre.
A guidare la classifica non è uno smartphone super funzionale (come gli ultimi iPhone che pure, nell’ultimo weekend, hanno venduto – al loro esordio – 13 milioni di pezzi), né un prototipo alquanto stravagante (ricordate i Nokia N-Gage?) ma il basilare Nokia 1100 uscito in commercio nel 2003 (due anni prima dell’anch’esso plurivenduto successore, il Nokia 1110) e sparito dalle catene di distribuzione solo 6 anni dopo, nel 2009.
Nell’arco di tempo da noi preso in considerazione, 2003-2009, sarebbero stati vendute qualcosa come 250 milioni di unità, una cifra davvero ragguardevole se, ribadiamolo, osserviamo che questo telefono non aveva alcuna funzionalità evolutiva: si limitava alle telefonate ed agli sms, durava molto non avendo superdisplay e schede grafiche evolute, non si impallava non avendo un sistema operativo degno di tal nome, non era hackerabile e intercettabile perché i malware ed i trojan non sapevano dove andare a parare.
Ultimamente, se pensate a telefoni del genere come a reperti archeologici, dovrete ricredervi: capita sempre più di sovente che, non trovando certe qualità nei telefoni di oggi, degli intenditori di hardware scandaglino cantine e soffitte (o cassetti, più probabilmente) alla ricerca di persone che questi telefoni li han tenuti perché “in fondo non erano rotti e funzionavano comunque”.
Dopo averli recuperati, questi telefoni – spesso – tornano a nuova vita nei mercati emergenti (dove, ricordiamolo, spesso l’energia elettrica è un lusso…) e, opportunamente riprogrammati, offrono caratteristiche di sicurezza che BlackBerry stessa, ad oggi, può solo sognarsi.