Allarme: SIM Vodafone ferme da anni iniziano nuovamente a scalare soldi

Sembra una barzelletta, ma è successo veramente e il malcapitato lo ha raccontato al giornale Repubblica, dopo l'addebito sul conto corrente personale per una SIM che non usava più da anni.

Allarme: SIM Vodafone ferme da anni iniziano nuovamente a scalare soldi

La SIM zombie di Vodafone era stata attivata per la prima volta nel lontano 2012 e, dopo un periodo di utilizzo, lasciata tra le tante cose inutili in un cassetto. La premessa è che ovviamente era stata disattivata, almeno in teoria, e la stessa cosa anche per l’offerta relativa, con la garanzia che non sarebbe costata più nulla.

Solitamente, funziona così, ma non in questo caso: la SIM abbandonata si è riattivata e ha ricominciato a fatturate. Questo perché dal luglio 2019 tutte le schedine inutilizzate hanno un costo di giacenza di 5€ al mese con fatturazione bimensile direttamente sui conti correnti e dalle altre di credito collegate. Il malcapitato che ha denunciato questo fatto a Repubblica ha dichiarato: “Mi è arrivata una fattura e un addebito su carta per una SIM dimenticata, creduta morta. Nessun avviso da parte dell’operatore. Solo a fatica sono riuscito a disdire la SIM ed evitare nuovi addebiti”.

Sembra, tra l’altro, che la novità sia stata anticipata da Vodafone tramite avviso e-mail, ma ovviamente senza farlo diventare un caso nazionale. La compagnia dice di aver modificato in modo unilaterale le condizioni contrattuali, avvisando gli utenti via email o via posta cartacea 30 giorni prima delle modifiche, a seconda dei recapiti lasciati.

Il dubbio che rimane è che l’operatore volesse fare davvero tutto il possibile per evitare addebiti non voluti: a parare il sospetto di fare cassa, in un periodo in cui ormai le compagnie telefoniche sono disposte a tutto per di accaparrarsi un abbonato in più e allo stesso tempo aumentare i costi di quelli che già hanno fidelizzato. 

Come possiamo uscirne? Chiamando il 190 e attendendo la successiva richiamata per confermare all’operatore la disattivazione: se non si attende la richiamata, la richiesta si annulla. Oppure, si può inviare una PEC a [email protected].

Sulla vicenda sta indagando attualmente l’Agcom (Autorità garante delle comunicazioni). L’ente, infatti, già indaga costantemente sulle ricariche beffa, sui modem proprietari, e sui servizi che spesso vengono attivati di default senza nessun consenso o richiesta all’utente.

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