Tra le carte da parati e i tessuti più pregiati al mondo figurano senza dubbio quelli di De Gournay, i quali sono in grado di esaltare la bellezza di ogni stanza di una dimora enfatizzandone le simmetrie ed i giochi prospettici. Le carte da parati sono dipinte a mano da mastri decoratori e sono il frutto delle discussioni fatte con il cliente, di un’ispirazione dunque condivisa e personalizzata fino al più piccolo dettaglio.
Proprio questa tradizione dell’ascolto e della tecnica degli artigiani De Gournay rende unico ogni tessuto ed ogni carta che porta questa firma, caratterizzata da colori sgargianti ed equilibri perfetti, la quale regala il lussuoso piacere di sentirsi a casa. Tessuti e motivi che, senza l’uso di tecniche meccanizzate, dipingono il pensiero del cliente concretizzando il disegno che ha realizzato nella sua mente per il suo ambiente.
Il fondatore di De Gournay è Claud Cecil Gurney, un uomo benestante londinese, il quale oltre tre decenni fa decise di restaurare l’antica carta da parati cinese del suo salotto. Non trovando, però, artigiani in grado di farlo, partì per la Cina, dove trovò, soprattutto a Shanghai, moltissime botteghe discendenti di quelle settecentesche e ottocentesche in cui venivano dipinti a mano i pannelli che i ricchi europei tanto apprezzavano e chiamavano chinoiserie. Fogli preziosi sui quali prendevano vita diverse specie di uccelli e di piante, che venivano dipinte a mano sulla nota carta Xuan, la quale viene ricavata ancora oggi lavorando in 100 fasi steli di riso e corteccia di albero di sandalo verde; si tratta di un prodotto di età ultramillenaria molto resistente all’invecchiamento e all’umidità e difficilmente attaccabile dai tarli.
Affascinato da cotanta bellezza, Gurney decise di portarne a conoscenza il mondo contemporaneo e di farne la sua nuova attività. Nel 1986 fondò infatti De Gournay, riprendendo le origini francesi del suo cognome, atelier che oggi, sotto la guida delle sue due figlie, è forse il più noto per le carte da parati di lusso. Oggi nell’atelier lavorano circa 100 artigiani, i quali operano su pannelli per i quali servono anche 150 ore di lavoro, anche perché i motivi e i colori vengono sempre più richiesti “su misura” e per superfici sempre più ampie. I clienti, disposti a spendere cifre considerevoli, sono infatti costretti, a volte, ad aspettare anche sei mesi. La versione base di un pannello da 90 cm per due metri e mezzo può arrivare a costare anche 1000 euro. Il gioco, comunque, vale la candela: oggi possedere un De Gournay equivale ad un investimento su parete.
Ancora più antico di de Gournay, di circa 100 anni, è Gracie, atelier fondato nel 1898 a New York da Charles Gracie; anche lui rimase fortemente incantato e affascinato dalle cosiddette chinoiseire e decise così di esportarle negli Stati Uniti, dove divennero ben presto molto note e ricercate. Nel corso della sua lunga storia l’atelier ha lavorato, oltre che per diversi personaggi di spicco, persino per la Casa Bianca, dove Thomas Jefferson in persona, nel lontano 1790, portò con sé dozzine di rotoli di carta da parati.
I più noti ateliers italiani
Negli ultimi anni anche l’Italia viene annoverata fra le sedi più importanti per quanto riguarda gli ateliers in cui si lavora la carta da parati. A Milano, per esempio, si può visitare su appuntamento lo showroom di MiSha, acronimo che sta per Milano-Shanghai, un ponte tra culture figurative che convivono nella visione dell’architetto Chiara Enrico che, con la collaborazione della sorella Anna, ha fondato la sua azienda nel 2007. Le sorelle Enrico, coniugando il gusto italiano con l’eccellenza e il fascino di pratiche artigianali risalenti al XVIII secolo, portano nel wallcovering degli interni contemporanei la passione e la conoscenza dell’antica tecnica orientale della pittura e del ricamo a mano su carta da parati in tessuto; anche qui infatti si dipingono a mano pannelli di carta e seta, unendo tecniche antiche a motivi contemporanei, creati ovviamente anche su suggerimento dei clienti. Tradizione e innovazione, attraverso l’incontro tra culture lontane, rappresentano dunque le parole chiave dell’azienda. Non si tratta di semplici carte, ma di tessuti da parati esclusivi, che rivestono le pareti con un inedito spessore materico diventando elementi di decorazione di interni di lusso.
In una dimora settecentesca di Sarzana, in provincia della Spezia, in Liguria, c’è un altro importante e noto atelier: quello di Elena Carozzi, allestito nelle stanze in cui visse e dipinse, fino alla morte avvenuta nel 2008, il nonno, Gian Carozzi, fondatore dello Spazialismo insieme a Lucio Fontana. Elena dipinge pannelli in carta di notevoli dimensioni (fino a quattro metri per tre) pensati in sequenza, come fossero narrazioni naturalistiche. Così come il nonno, Elena predilige una tavolozza fatta di pigmenti naturali quali terra di Siena, ocra, nero d’avorio e blu oltremare, escludendo dunque i colori primari e preferendo le cromie spente e bruciate dei paesaggi autunnali. L’ispirazione parte sempre dall’osservazione dell’ambiente campestre, facilmente individuabile solo affacciandosi dalla finestra, dal momento che la residenza in cui Elena abita è situata in campagna, alle porte della cittadina ligure. Le sue creazioni sono dunque concepite in formato XL, come tributo alla vastità dei panorami offerti dal luogo e possono arrivare a costare anche oltre 5mila euro. Oltre ad ispirarsi alla natura circostante, l’artista rielabora l’arte del nonno, ma anche di Vuillard, Bonnard e Monet.