Voucher in ascesa, pronti a decollare grazie alla spinta del Jobs act

I voucher hanno avuto tanto successo ma sono diffusi soprattutto al Nord e valgono 700 milioni l’anno. Il decreto del Jobs Act permetterà l'innalzamento del tetto massimo da 5mila a 7mila euro, senza tassazione

Voucher in ascesa, pronti a decollare grazie alla spinta del Jobs act

Il sistema dei buoni lavoro, i cosiddetti voucher, utilizzabili per il lavoro occasionale, ha coinvolto finora due milioni di lavoratori per un volume di oltre 1,5 miliardi. Previsto per l’anno seguente l’aumento del tetto dei compensi, che da 5mila euro netti l’anno passerà a 7mila, e si avvia a diventare una prassi di fornitura lavoro quasi consolidata. Utilizzati moltissimo al Nord, soprattutto in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte, ma molto meno al Sud, il voucher è una delle formule contrattuali destinata a spiccare il salto di qualità.

Nel giro di pochi anni dalla nascita, nel 2008, lo scorso anno sono cresciuti quasi del 70% con un boom che ha perfino destato dubbi da parte dei sindacati: i buoni lavoro infatti sono nati infatti per mettere in regola i lavoratori durante le attività stagionali e per combattere il lavoro in nero. Disponibili in valuta di 10-20 e 50 euro, in ogni 10 euro vi è una trattenuta di 2 euro e 50 destinato ai contributi previdenziali che vanno all’Inps, mentre la restante somma, 7 euro e 50 va al lavoratore. I buoni si possono acquistare presso le rivendite di tabacchi ma anche presso uffici postali, banche popolari e sportelli dell’Inps.  

Il Jobs act  porterà uno slancio ulteriore ai voucher, alzando il tetto da 5mila euro a 7mila euro per singolo lavoratore, facendo restare la somma sotto la soglia della tassazione. Rimarrà invece senza variazioni il compenso per le prestazioni esercitate nei confronti di imprenditori commerciali e professionisti, che manterrà il limite di 2mila euro.  

Prossimamente i buoni lavoro verranno resi anche facilmente tracciabili grazie alle tecnologie Sms tipo il lavoro a chiamata. Questo rappresenterebbe per il lavoratore un ulteriore vantaggio, in quanto è un compenso non soggetto a tassazione e non ha alcune ripercussioni sullo stato di disoccupato o inoccupato. Inoltre, è cumulabile con i trattamenti pensionistici ed è anche riconosciuto ai fini previdenziali. hi desidera utilizzare questa forma di lavoro contrattuale può beneficiare di prestazioni agendo legalmente e mettendo in atto anche una copertura assicurativa Inail in caso di incidenti sul posto di lavoro ma senza ricorrere obbligatoriamente alla stipula di un contratto.

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