Smart working, ipotesi di un bonus spese per chi lavora da casa

Le regole potrebbero cambiare da febbraio e i dipendenti delle aziende che lavoreranno da casa potrebbero avere diritto ad un rimborso sulle spese per le utenze, come luce e internet. Si necessità di un accordo obbligatorio con il dipendente.

Smart working, ipotesi di un bonus spese per chi lavora da casa

La pandemia provocata dal coronavirus Sars-Cov-2 ha stravolto la vita di miliardi di cittadini in tutto il mondo. Il virus in poco meno di un anno ha cambiato il nostro modo di vivere e di approcciarci alla società. In un baleno quasi tutti si sono ritrovati a lavorare da casa, in remoto, oppure a seguire lezioni universitarie e scolastiche dal proprio pc, magari seduti sul proprio divano. Un mondo davvero cambiato, a cui però adesso cercano di adeguarsi i governi. Anche quello italiano.

Il quotidiano Repubblica riferisce che dal prossimo mese di febbraio 2021 potrebbero cambiare le regole per i lavoratori in smart working. Non si sa ancora se lo stato d’emergenza venga revocato il mese prossimo oppure se ci sarà un’altra proroga. Per questo l’Esecutivo starebbe studiando un piano per poter dare degli incentivi ai lavoratori che prestano la loro attività in “modalità agile”.

Innanzitutto per svolgere il lavoro da casa dipendente e azienda dovranno prendere un accordo obbligatorio. Dopo di ciò il lavoratore potrà cominciare a beneficiare di alcune agevolazioni, e si pensa, ad esempio, ad un rimborso forfettario delle spese per quanto riguarda le utenze domestiche, come luce e internet. Il telelavoro aziendale tornerà così ad essere regolato fra la singola impresa e il suo dipendente. Una novità, quest’ultima, dettata proprio dal momento straordinario che stiamo vivendo.

I benefit allo studio

Il lavoro agile ha quindi bisogno di essere “rivisto”, in quanto buoni pasto e straordinari non si adattano bene a questa tipologia lavorativa. Oltre al rimborso forfettario delle utenze, l’Esecutivo starebbe pensando a specifiche misure di welfare che potrebbero tenere conto anche del guadagno mensile del lavoratore e da qui andare a garantire una serie di bonus che verranno maturati durante tutto il mese. Un altro ostacolo che pone lo smart working è quello di calcolare gli straordinari del dipendente, per questo ci sarebbe la necessità di rivedere le regole di tale modalità lavorativa.

Secondo quanto riferisce SkyTg24 il lavoro agile è più votato agli obiettivi che alla singola prestazione lavorativa. Sulla questione è intervenuto anche Ilario Alvino, professore di Diritto del Lavoro presso l’Università La Sapienza di Roma, il quale riferisce che per chi lavora nella PA gli straordinati forfettari vengono pagati solo a compimento dell’effettiva prestazione, mentre con il lavoro agile tutta la “produzione” del lavoratore tiene conto degli obiettivi raggiunti dallo stesso.

Questioni quindi, queste ultime, che sono tutte al vaglio del Governo e delle autorità competente. Davanti ad una situazione come quella attuale bisogna trovare delle soluzioni che possano incentivare anche chi ha scelto di adottare la modalità in smart working, che molto probabilmente diventerà predominante negli anni a venire post-pandemia.

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