Crisi o non crisi, la richiesta di badanti non accenna a calare: su altre spese gli italiani possono anche tagliare, ma certamente non quando si tratta della persona da mettere a fianco al proprio familiare anziano o non autosufficiente. Pertanto, coloro che sono in difficoltà economiche, non rinunciano affatto ad un aiuto esterno.
Di nuovo c’è che, ad oggi, le cosiddette badanti non sono più soltanto di nazionalità straniera, bensì anche italiana. Questa figura professionale – che fino a pochi anni fa veniva snobbata e sminuita – ora si sta rivelando una professione appetibile e sicura, visto il rapido invecchiamento della popolazione.
I dati Istat sono piuttosto chiari: la crisi occupazionale sta mettendo in ginocchio sia i giovani neolaureati che le madri di famiglia. Per tale ragione, un numero sempre più crescente di signore italiane ha deciso di prendere in considerazione anche le figure professionali più umili e sacrificanti – un tempo disprezzate e sottovalutate – come quella della badante. Ma, soprattutto, per via del fatto che l’immagine dell’aiutante/assistente geriatrico si sta progressivamente evolvendo in positivo.
Il corso di formazione per badanti, il quale è iniziato il 23 settembre nel Comune di Langhirano (in provincia di Parma), ha registrato il tutto esaurito e numerose aspiranti badanti di nazionalità italiana, si sono iscritte senza esitare e perder tempo. Il suddetto corso, articolato in 6 giorni per un totale di 47 ore, approfondirà materie quali la stimolazione cognitiva, la cura dell’igiene, la gestione dell’emergenza sanitaria, ma anche la cucina: al fine di insegnare a cucinare cibi salubri nel rispetto della tradizione gastronomica dell’Emilia-Romagna.
La new entry di questa seconda edizione del suddetto corso di formazione per badanti è stato l’inserimento di un nuovo modulo che concerne l’insegnamento di un innovativo metodo comunicativo per il delicato, e non sempre facile, contatto con i malati del morbo di Alzheimer.