Sebbene la scuola sia appena cominciata, i problemi per gli insegnanti continuano. In base ad alcuni studi condotti, gli stipendi degli insegnanti in Italia sembrano siano tra i più bassi. Per questa ragione, una maestra di ruolo pensa sarebbe meglio andare a lavorare in fabbrica dove, con i turni, sicuramente guadagnerebbe molto di più. Qui raccontiamo la sua storia.
Ambra Gamboni, di anni 45, è un’insegnante dell’Istituto Comprensivo Ezio Bosso di Torino, la quale ha ammesso che, secondo il suo parere, lavorare in fabbrica, per quanto duro e stancante, le permetterebbe di guadagnare maggiormente. In un’intervista a Repubblica racconta del suo percorso: da precaria per cinque anni poi insegnante di ruolo.
Da insegnante nelle scuole private al pubblico, dove lavora attualmente e dove ha maggiori garanzie dal momento che è riuscita anche ad avere accesso a un mutuo comprando così una casa. Il passaggio dal pubblico al privato però ha dei risvolti dal momento che guadagna molto meno rispetto a prima.
Una donna che, come molte altre genitrici e famiglie, deve affrontare varie spese considerando che guadagna circa 1500 Euro al mese come insegnante, con il mutuo aumentato e con una figlia da mantenere all’università considerando che il marito non lavora e quindi non può passarle il mantenimento. Una donna separata che deve affrontare mille problemi, tra cui le spese del condominio, ecc.
Oltre al lavoro di insegnante, per sbarcare il lunario, è anche educatrice territoriale dal momento che gli hanno affidato un ragazzo che ha bisogno di sostegno per cui riceve un rimborso di 200 Euro con cui riesce ad arrivare a fine mese, ma è sempre più convinta che, con il lavoro in fabbrica, guadagnerebbe molto di più.
Inoltre, parla anche di un aspetto che è poco considerato dal momento che non è facile avere a che fare con 20-25 ragazzi in una classe e chiede alla politica di “aumentare gli stipendi per portarli al livello del resto d’Europa. Sarebbe anche un modo per riconoscere finalmente la nostra responsabilità dal punto di vista educativo”.