Lavoro: niente più colloqui. La selezione verrà fatta seguendo un algoritmo

Sempre più numerose sono le startup che puntano a trovare un particolare algoritmo matematico che sia in grado di valutare in maniera oggettiva le caratteristiche dei candidati e, di conseguenza, che consenta di automatizzare le assunzioni.

Lavoro: niente più colloqui. La selezione verrà fatta seguendo un algoritmo

Chiunque cerchi o ha cercato in passato un lavoro lo sa bene: sottoporsi a numerosi colloqui e dover rispondere alle domande dei responsabili delle risorse umane dell’azienda per la quale si intende lavorare può essere davvero snervante e, in alcuni casi, rivelarsi una grande fonte di ansia.

Tuttavia, se poteste scegliere, preferireste continuare con questo iter di selezione tradizionale o optare per un processo alternativo automatizzato? Sembra quasi un’utopia, ma è proprio questo l’obiettivo a cui puntano innumerevoli startup in materia di selezione del personale.

Partendo dal presupposto che in un colloquio tradizionale, durante il quale selezionatore e candidato entrano in contatto personalmente, la scelta potrebbe essere fortemente influenzata da variabili di tipo soggettivo, si è pensato di realizzare un software digitale che possa effettuare la selezione in maniera più efficiente.

Si, perché oltre ad una minore possibilità di errore, un processo automatizzato di selezione del personale permetterebbe, in aggiunta, di risparmiare tempo e denaro.

In sostanza, questi software sarebbero in grado di incrociare le richieste e le caratteristiche specifiche dell’azienda con i dati relativi ai candidati ottenuti attraverso molteplici fonti, che vanno ben oltre il semplice curriculum vitae; gli algoritmi, infatti, sono pensati per poter elaborare dati provenienti da diversi social network, da quelli più professionali come Linkedin fino a quelli pensati per lo svago, quali Facebook e Twitter, riuscendo, in questo modo, non solo ad analizzare titoli ed esperienze ma anche a profilare la personalità del candidato, mettendo in evidenza un’eventuale compatibilità con i valori e la filosofia aziendale.

Tuttavia, se da un lato utilizzando un algoritmo di selezione si avrebbero grandi vantaggi quali, tra gli altri, quello di abolire definitivamente eventuali favoritismi, dall’altro si perderebbe la possibilità di rilevare, nei candidati, alcune importanti caratteristiche che vanno ben oltre le conoscenze e le competenze meramente tecniche.

«Se cerco passione e entusiasmo, l’algoritmo non mi aiuta» ha, nello specifico, affermato Amish Shah, fondatore della Millennium Search, un’azienda che si occupa della selezione di dirigenti per aziende del settore hi-tech.

Negli USA, ad oggi, sono già diverse le aziende che hanno implementato soluzioni di recruiting automatizzato; nel nostro Paese, purtroppo o per fortuna, si è ancora lontani dall’adozione su larga scala di questo metodo di selezione anche se, ad onor del vero, qualche multinazionale ha iniziato ad adottarli anche in Italia.

Staremo, quindi, a vedere l’evolversi di questo scenario e, nel frattempo, non possiamo far altro che chiederci se sia meglio essere analizzati da un software o da una persona in carne ed ossa.

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