Ennesima testimonianza di fuga dei cervelli da un’Italia che proprio non riesce a valorizzare i propri talenti, dopo averci investito tempo (e denaro). Questa volta, a parlare è Lia Schiavone, che concede un’intervista a Il Fatto Quotidiano nella quale racconta la sua storia. Lia, infatti, laureata in psicologia, oggi fa l’hostess di volo; un viaggio dal Veneto agli Emirati Arabi, che ha ‘forgiato’ la personalità della 29enne originaria di Bruxelles, col padre napoletano e la mamma metà eritrea e metà italiana. Lia si era trasferita a 16 anni a Padova, dove si è iscritta alla facoltà di psicologia: “L’Italia era una fissa per me, ho parenti sparsi tra Nord e Sud, mi ero innamorata della cultura e del paesaggio, e un giorno sognavo di mettere radici lì”. L’imperfetto è il tempo usato da Lia, poiché quella che doveva essere una meta, si è in realtà trasformata in una tappa, durata 8 anni, durante i quali Lia ha conseguito una laurea triennale, una laurea magistrale, ha fatto qualche stage e ha passato l’esame di Stato, prima di rendersi conto che qui lavoro proprio non ce n’è.
“Difficilmente ti assumono, al massimo vinci un tirocinio, che per me è sfruttamento legalizzato. Durante questi tirocini non ho visto un euro, né un rimborso spese, né un pasto”. E così Lia ha dovuto fare mille lavori per mantenersi, mentre mandava cv in Inghilterra. Poi, un giorno, il suo fidanzato trova un annuncio online in cui cercano hostess per una compagnia aerea con base a Dubai: “All’inizio, mi sono messa a ridere. ‘Io voglio fare la psicologa, non la hostess’, pensavo, non posso buttare via anni di sacrifici“. E così si è iscritta alla selezione a Milano: su 300 candidate, Lia era tra le sei vincitrici. Il segreto? “La conoscenza delle lingue: sono madrelingua italiana e francese, e parlo fluentemente l’inglese”. Cento ore in volo al mese, un’ottima paga, ma una vita non facile. Ma questa è la scelta di Lia: obbligata, ovviamente.