Italiani in fuga allʼestero, sono in aumento gli over 50 a caccia di lavoro

Nel rapporto stilato dalla Fondazione Migrantes si scopre che aumentano i genitori disoccupati che raggiungono i figli all'estero per cercare lavoro.

Italiani in fuga allʼestero, sono in aumento gli over 50 a caccia di lavoro

In 12 anni il 64,7% degli italiani si è trasferito allʼestero. Secondo i dati riportati dalla Fondazione Migrantes, le partenze degli italiani verso l’estero sono aumentate vertiginosamente. A partire dall’Italia sono sicuramente i giovani (37,4% sul totale da gennaio a dicembre 2017) e i giovani adulti (25,0%), ma le crescite più importanti ed evidenti si registrano dai cinquant’anni in su: +20,7% tra i 50-64 anni; +35,3% nella fascia 65-74 anni; +49,8% in quella 75-84 anni e +78,6% over 85.

Le categorie di italiani che partono sono: migranti maturi disoccupati, migranti-genitori o nonni-ricongiunti, migranti di rimbalzo o migranti previdenziali. Sono disoccupati maturi o persone lontane dalla pensione che hanno bisogno di mantenere la famiglia. Quasi la metà dei migranti italiani parte dal Meridione, mentre la percentuale più bassa delle partenze si registra al Centro Italia.

Ci sono, ad esempio, i genitori-nonni in mobilità che trascorrono all’estero periodi sempre più lunghi con figli e nipoti fino al completo trasferimento nel Paese ospite. Ci sono poi i migranti di ritorno che dopo anni di emigrazione sono rientrati in Italia per trascorrere la propria vecchiaia nel paese d’origine, ma rimasti vedovi/e, e magari con i figli nati, cresciuti e lasciati all’estero, decidono di tornare all’estero.

In forte crescita sono i migranti previdenziali italiani. Sono stati oltre 9mila nei primi mesi del 2018, rispetto ai 6.300 circa del 2017. A questa categoria appartengono pensionati colpiti da precarietà o sull’orlo della povertà, che decidono di andare a vivere in Paesi nei quali è in atto una politica di defiscalizzazione, posti dove il costo della vita è più basso ed il potere d’acquisto più alto.

Negli ultimi 12 anni dunque la mobilità italiana è aumentata del 64,7% passando da poco più di 3,1 milioni di iscritti all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (AIRE) a più di 5,1 milioni. Oltre la metà di loro vive in Europa, soprattutto in Germania e in Svizzera, ma si registra una notevole percentuale di presenze anche in America, specie in Argentina e in Brasile. I numeri sono destinati a crescere a seguito dell’emigrazione massiccia che non tende ad arrestarsi ma semmai ad aumentare. Insomma il fenomeno migratorio che vedeva i nostri nonni emigrare è tornato ancora più prepotentemente.

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