In una tranquilla provincia di Parma, con la Pasqua all’orizzonte, molti ristoratori e gestori di strutture ricettive si mettono alla ricerca di personale per far fronte all’aumento della domanda. Questo scenario, apparentemente ordinario, nasconde però delle dinamiche lavorative preoccupanti, che si traducono in offerte di lavoro tanto allettanti quanto ingannevoli.
“Cerchiamo un barista che si occupi anche dell’apertura e della chiusura del bar“. Dietro queste parole, un’offerta di lavoro che sembra promettente: 10 ore di impegno quotidiano, con la responsabilità di aprire e chiudere l’esercizio. Tuttavia, il compenso offerto è di soli 40 euro al giorno, pagati in contanti e senza alcun tipo di tutela contrattuale. Un lavoro, dunque, completamente in nero, che non prevede contributi né garanzie.
Ma non è tutto. Un agriturismo nelle vicinanze propone un impegno ancor più gravoso: 13 ore di lavoro al giorno, con una pausa di un’ora, per un totale di 40 euro. Ancora una volta, il pagamento avviene in contanti, a fine giornata, senza alcuna forma di contratto. La situazione appare ancora più drammatica se si considera la necessità di raggiungere la struttura con mezzi propri, con un costo in benzina che assorbe gran parte del misero compenso.
Anche gli alberghi sembrano navigare in queste acque torbide. Un annuncio generico nasconde infatti condizioni di lavoro ambigue: 900 euro al mese per 8 ore di lavoro al giorno, con la promessa di un contratto che resta avvolta nel mistero. Parte del salario, poi, verrebbe erogata “fuori busta“, lasciando intendere una parziale regolarizzazione del rapporto lavorativo.
Queste storie, raccolte tramite una serie di candidature ad annunci di lavoro nel settore turistico della provincia di Parma, gettano luce su una realtà scomoda. Nonostante la richiesta di personale qualificato, l’offerta di condizioni lavorative dignitose sembra essere una rarità. Il rischio di sfruttamento è dietro l’angolo, mascherato da offerte che, solo a un’analisi superficiale, potrebbero sembrare vantaggiose.