Negli ultimi anni, il panorama lavorativo ha subito notevoli cambiamenti, guidati dalle nuove generazioni che entrano nel mondo del lavoro. I giovani appartenenti alla Generazione Z, nati tra la metà degli anni ’90 e l’inizio degli anni 2000, stanno rivoluzionando l’approccio al lavoro con le loro preferenze chiare e la ricerca di uno stile di vita più equilibrato.
Secondo il recente Report FragilItalia, intitolato “I giovani generazione Z e il lavoro“, elaborato da Area Studi Legacoop e Ipsos, questa generazione di lavoratori mostra un’interessante tendenza a cercare lavori meno stressanti e più in linea con le loro esigenze di benessere e vita personale. A differenza delle generazioni precedenti, la Generazione Z non sembra attratta da ambizioni eccessive o dal concetto di workaholism.
Il cuore del fenomeno è evidente: il desiderio di un equilibrio tra lavoro e vita privata. I giovani lavoratori della Generazione Z riconoscono che uno stipendio ragionevole è importante, ma sono disposti a sacrificare compensi esagerati in cambio di maggiore flessibilità di orario e tempo libero. Per loro, il successo non è definito solo dal denaro, ma anche dalla capacità di godere della vita al di fuori del contesto lavorativo.
Nel contesto italiano, il report rivela che i giovani tra i 18 e i 24 anni sono particolarmente interessati a un approccio retributivo ibrido: uno stipendio di base con una componente variabile legata ai risultati ottenuti. Questo metodo non solo dimostra l’impegno e l’efficienza del lavoratore, ma soddisfa anche la loro richiesta di equità e riconoscimento.
Le priorità della Generazione Z sono evidenti anche quando si tratta dei valori che considerano più importanti nella vita. La famiglia si posiziona al primo posto con il 60%, dimostrando la sua centralità nel loro mondo, seguita dall’amicizia al 54% e dall’amore al 50%. Questi risultati sono inferiori rispetto alle medie nazionali del 78%, 59% e 63% rispettivamente.
Curiosamente, il lavoro si colloca solo al sesto posto con il 38%, in contrasto con la media nazionale del 49%. Ciò denota chiaramente che, sebbene il lavoro sia importante, la Generazione Z lo posiziona dietro altre dimensioni della vita, come il divertimento (46%) e la cultura (44%).