I genitori disoccupati in Italia sono per l’esattezza un milione e 182 mila: questa è la fotografia scattata dall’Istat con i dati relativi al 2014 (media annua).
Rispetto al 2013, i genitori disoccupati sono aumentati del 6,2%. Un milione e 36 mila vive con il coniuge o il convivente, mentre 146 mila sono madri o padri soli (nuclei monogenitori). I genitori senza lavoro sono più donne (628 mila) che uomini ( 554 mila). Aumentano allo stesso tempo, ma di poco, anche i genitori che un impiego ce l’hanno (0,5%), rispetto all’anno precedente. In effetti, confrontando con il 2013, si nota un ampliamento delle forze lavoro cioè del tasso di attività sia per le famiglie monogenitore (da 71,4% a 71,7%) sia per le coppie con figli (da 70,8% a 71,5%).
Le tavole Istat non riportano la condizione familiare globale dell’individuo, cioè per esempio informazioni sulla situazione dei figli. In effetti al genitore disoccupato si potrebbe sommare anche un figlio nella stessa condizione e alla ricerca di un lavoro, questo soprattutto se ci si sofferma su padri e madri in là con gli anni, cioè si parla dei 108 mila over55.
Dalle tabelle Istat emerge anche come lo scorso anno in più di un milione di famiglie siano tutti disoccupati. Anche in questo caso i dati sono in crescita rispetto allo scorso anno (+4,6%). Per sintetizzare si tratta di nuclei dove tutti i componenti attivi, parte delle forze lavoro, sono disoccupati. Questo significa che si tratta di nuclei dove non circola denaro che provenga da buste paga, redditi da lavoro o altre fonti, ma magari si va avanti solo con una pensione.
Le tabelle pubblicate di recente dall’Istat mettono in comunicazione la situazione lavorativa e la tipologia familiare, permettendo di capire come varia l’una al variare dell’altra. Passando dalle cifre ai tassi si nota come i valori più elevati di disoccupazione riguardino i padri e le madri che si trovano da soli, in nuclei monogenitore (12,2% contro l’8,5% dei genitori 25-64enni che vivono in coppia.)
In questo quadro generale purtroppo non positivo, possiamo però ricordare i dati Istat che fotografano invece la disoccupazione giovanile che scende sotto il 43%, sembra quindi ci siano spiragli di inversioni di tendenza.