Fuga all’estero: gli italiani che scappano sono il doppio dei migranti che arrivano

I dati sulla migrazione degli italiani all'estero sono in continua crescita, ma per il sottosegretario agli Esteri Mario Giro "non si tratta di partenze definitive"

Fuga all’estero: gli italiani che scappano sono il doppio dei migranti che arrivano

I numeri sono di quelli che spaventano: 80mila nel 2013, 95mila nel 2012, e i numeri sono in continua crescita. Si tratta degli italiani migrati all’estero secondo un rapporto della Fondazione Migrantes. Probabile causa è la crisi economica, dato che sono soprattutto i giovani a scappare, date le cifre record di disoccupazione giovanile.

La cifra ha praticamente doppiato migranti regolari che arrivano in Italia. Nel 2012 sono stati precisamente 78.941, mentre l’anno dopo 94.126, per la maggior parte uomini (56,2% nel 2012 e 56,3%). A testimonianza del fatto che si emigra per cercare lavoro, la fascia più rappresentata è quella dell’età compresa tra i 18 e i 34 anni (36,2%).

E’ il Regno Unito la ‘meta’ preferita dagli emigranti italiani, con 12.933 nuovi iscritti all’Aire (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero), una crescita del 71,5% rispetto all’anno precedente. Seguono la Germania (11.731, +11,5%), la Svizzera (10.300, +15,7%) e la Francia (8.402, +19%). Ed è proprio una delle regioni economicamente ‘forti’, la Lombardia, ad aver avuto più emigranti: ben 16.418, segue il Veneto con 8.743. I dati ci parlano di un aumento di 141mila iscritti all’Aire nel solo 2013, mentre, al primo gennaio 2014, sono circa 4 milioni e mezzo gli italiani residenti all’estero iscritti, con l’Argentina che è la nazione con più emigranti del Belpaese, mentre nel mondo il 52,1% degli italiani è di origine meridionale.

Ma il sottosegretario degli Esteri, Mario Giro, proprio non ci sta a parlare di ‘fuga’ dall’Italia. Partecipando alla presentazione del rapporto della Fondazione Migrantes, Giro ha detto: “Quella degli italiani che si trasferiscono all’estero non è una fuga come chi scappa da guerre e persecuzioni religiose, percorre deserti e mare e arriva a Lampedusa, ma è una scelta. Gli italiani che migrano all’estero non rischiano la vita, come non l’hanno rischiata i nostri nonni. Inoltre, bisogna tenere anche presente che oggi, rispetto al passato, migrare significa spostarsi per mantenere un contatto costante con la famiglia grazie a skype e la possibilità di tornare. Non si parte più definitivamente.

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