Due milioni di disoccupati in più entro fine anno: ecco i numeri che fanno paura

Nascosto nell’ultima previsione dell’Istat c’è uno scenario da brividi per il lavoro in Italia. 2 milioni di occupati in meno, 1 milione di inattivi in più che nemmeno cercano lavoro. “È un calo senza precedenti per il mercato del lavoro italiano.

Due milioni di disoccupati in più entro fine anno: ecco i numeri che fanno paura

Cercasi lavoro in Italia? La cosa comincia a farsi davvero difficile. Secondo l’Istat, per la fine del 2020, il nostro Paese avrà 2milioni disoccupati in più. Mentre, per il 2021, i disoccupati resteranno comunque più di 1milione. Numeri allarmanti provocati dalla pandemia da Covid-19 che ha colpito un Paese che già faceva fatica a rialzarsi dopo la crisi del 2008.

I 12 anni passati a recuperare terreno dopo la recessione di quegli anni sono stati bruciati in tre mesi di lockdown. L’Istat parla di “un recupero del 4,6% nel 2021 ma con quel 4,6% non arrivi nemmeno a metà dei posti di lavoro che hai perso. A fine 2021, a due anni dall’epidemia di Coronavirus, ci ritroveremo ancora con 1,1 milioni di posti di occupati in meno”.

Attualmente, in Italia ci sono più di 8 milioni di cittadini che hanno visto il loro reddito crollare paurosamente. Il calo della domanda è senza precedenti. Ristoratori, albergatori, commercianti al dettaglio se ne stanno accorgendo già in questi giorni. Lo stesso vale per chi lavora nella manifattura e nei servizi, danneggiati dal calo della domanda interna ed estera.

La domanda da porsi è questa? Chi pagherà i 2 milioni o più di sussidi di disoccupazione? L’unico fondo da cui attingere per pagare questo esercito di disoccupati, per adesso, è il Fondo di solidarietà dell’Unione europea, ma questo varrà fino a quando l’Europa continuerà a comprare il nostro debito pubblico, che è uno tra i più alti al mondo, e che è frutto di precedenti scelte politiche suicide.

Inoltre, dalla ricerca dell’Istat emerge un alto dato molto preoccupante: sono aumentati a dismisura gli inattivi, ovvero quelli che il lavoro non ce l’hanno ma non lo cercano più perché scoraggiati. E sono per la maggior parte giovani, come quelle donne che il Covid-19 ha costretto a rimanere a casa, e che hanno deciso di rinunciare ai loro progetti futuri.

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