Disoccupazione: secondo l’Istat a settembre è salita al 10.1%

Secondo gli ultimi dati pubblicati dall'Istat, la disoccupazione è in aumento e lo è ancora di più tra i giovani. Il tasso è salito al 10.1%.

Disoccupazione: secondo l’Istat a settembre è salita al 10.1%

Nonostante le numerose potenziali assunzioni che si registreranno nel giro dei prossimi mesi, per le quali sono già state aperte alcune candidature, il mese di settembre è stato nero per il lavoro. Oggi l’Istat ha diffuso i dati relativi al nono mese dell’anno corrente e il tasso di disoccupazione è salito al 10.1%.

Le persone attualmente alla ricerca di un lavoro sono 2 milioni e 600mila, con un aumento di 81mila persone, equivalente a 3 punti percentuali, rispetto al mese di agosto di quest’anno; il tasso di disoccupazione è però in diminuzione rispetto al mese di settembre del 2017. Quest’ultimo dato è migliorato grazie alla riduzione degli inattivi, ovvero coloro che non hanno un lavoro e non sono nemmeno alla ricerca.

Disoccupazione giovanile preoccupante

Il settore del lavoro giovanile riporta dati abbastanza allarmanti, poiché la disoccupazione è a quota 31.6%, in leggero aumento rispetto al mese scorso. Gli occupati, allo stesso tempo, hanno registrato una diminuzione dello 0.1%, l’equivalente di 31mila giovani: per approfondire e giustificare in parte la questione, sono aumentati i contratti a tempo determinato, mentre si sono ridotti quelli a tempo indeterminato.

Se si passa alle fasce d’età, si è registrato un lieve aumento delle assunzioni tra i 16 e i 24 anni e tra coloro che hanno superato i 50 anni. Coloro che hanno tra i 25 e i 39 anni, si sono visti ridurre la quantità di posti di lavoro disponibili. Una notevole espansione si è verificata anche nei giovani che scelgono sempre più l’imprenditoria, la libera professione e il lavoro autonomo.

Il classico posto fisso, dunque, tanto ambito fino a poco tempo fa, è in progressiva riduzione. Anche l’inflazione ha sofferto un aumento dell’ 1.6%, rispetto all’ 1.4% registrato a settembre: quindi i prezzi sono aumentati e ciò è dovuto parzialmente all’aumento del costo dei beni energetici.

 

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