Concorsi pubblici e PA: entro il 2025 stimate più di 740mila nuove assunzioni

La pubblica amministrazione si prepara a rinnovarsi profondamente con nuovi concorsi. Sono previste più di 740mila assunzioni entro il 2025, le informazioni emerse dall’ultimo dossier di Unioncamere.

Concorsi pubblici e PA: entro il 2025 stimate più di 740mila nuove assunzioni

Pubblica amministrazione e concorsi destinati a nuove assunzioni, un binomio che sarà sempre più solido nei prossimi anni. A far emergere il fenomeno è stato un nuovo dossier redatto a opera di Unioncamere in compartecipazione con Anpal, intitolato “Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine”. Il periodo di riferimento dell’indagine va dal 2021 al 2025, mentre le verifiche tecniche sono state eseguite da parte di Excelsior.

Complessivamente, i numeri sono importanti e rappresentano certamente un dato interessante dal punto di vista occupazionale per il nostro Paese, soprattutto in un periodo come quello attuale. D’altra parte, la pubblica amministrazione sarà interessata da un crescente numero di pensionamenti nei prossimi anni e lo svecchiamento dei lavoratori permetterà anche numerosi risvolti dal punto di vista dell’accrescimento delle competenze interne.

Per comprendere la situazione basta tenere presente un dato: i dipendenti pubblici in Italia possiedono un’età media corrispondente a 50,7 anni. Ma se analizziamo coloro che hanno più di 60 anni, scopriamo che rappresentano ben il 16,9% del totale, mentre appena il 2,9% ha un’età inferiore ai 30 anni.

Concorsi pubblici: si prospettano oltre 740mila assunzioni entro il 2025

Stante la situazione appena indicata, appare ovvio che i progressivi pensionamenti porteranno la pubblica amministrazione verso la necessità di nuove assunzioni. Secondo le proiezioni ad opera di Excelsior, si potrebbe arrivare ad oltre 740mila nuove assunzioni tramite concorsi pubblici entro il 2025. Molto dipenderà ovviamente dai fondi a disposizione, pertanto i numeri non possono essere ancora considerati come definitivi.

Sulla questione bisogna infatti attendere di capire anche quale sarà l’effettivo impatto della pandemia rispetto ai conti pubblici. Resta il fatto che il blocco del turn over che ha caratterizzato la pubblica amministrazione nell’ultimo decennio non può proseguire ad oltranza. In caso diverso, si rischia infatti di compromettere la qualità del servizio erogato dall’amministrazione pubblica.

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