Chloe, 7 anni, si candida per Google. Ecco come le risponde Big G

Una straordinaria storia è quella che proviene da una cittadina inglese, al confine con il Galles, dove una precoce bimba di 7 anni scrive la sua job application a Google, ottenendone una risposta direttamente dal CEO in persona.

Chloe, 7 anni, si candida per Google. Ecco come le risponde Big G

A 7 anni, ci si aspetterebbe che una bambina giochi con le bambole, o che ambisca a diventare una star. Non Chloe, una bambina inglese, che – invece – sogna di lavorare, da grande, per Google, tanto da aver mandato la sua candidatura a Mountain View.

A raccontarlo, su Linkedin, è stato il padre, account executive presso la Crs Conulting, il quale ha rivelato che la sua piccola Chloe, una bimba di appena 7 anni di Hereford, una cittadina di poco più di 50 mila anime al confine col Galles, ha inviato la sua candidatura al capo di Google, ottenendone – un paio di settimane fa – una risposta “dedicata”, che non ha fatto che rinfocolare la passione della piccina per la tecnologia.

Chloe – racconta il padre – ha scritto la sua “job application” a mano, pur non sapendo bene di cosa si trattasse, visto che – prima d’ora – aveva scritto letterine solo a Babbo Natale. Messe da parte le perplessità iniziali, Chloe si è presentata dicendo che il suo sogno è quello di lavorare un domani per Google, visto che il padre le ha raccontate cose meravigliose su quell’azienda, del tipo che è possibile lavorare in uffici in cui ci sono puff a forma di fagiolo, si possono guidare i kart, e lanciarsi dagli scivoli: da parte sua: per un compito del genere, lei si ritiene più che qualificata, visto che – a giudizio delle maestre – è brava in scrittura, lettura, e matematica, ed ama i computer.

A tal proposito, la puntigliosa bimba precisa che, al momento, non ne ha uno, anche se il padre ha promesso di comprargliene un modello, più avanti: in compenso, da provetta millennial, sa già usare bene il suo tablet, sul quale spesso si cimenta in un gioco nel quale deve controllare un robot (sentito, Boston Dynamics?). 

Nel corso della missiva, naturalmente, non è mancata una citazione delle sue passioni (il cioccolato), e degli sport praticati (il nuoto, con 2 allenamenti settimanali, visto che un altro suo sogno è di partecipare alle Olimpiadi). Incredibile a dirsi, dopo qualche settimana, Sundar PichaiCEO di Google – le ha risposto, con una lettera arrivata in 3 Febbraio: nella lettera, il dirigente di origine indiana, con una laurea e due master alle spalle, ha spiegato che non gli era mai capitato di dover analizzare una candidatura così precoce.

Al momento, ovviamente, non può assumerla ma, ha chiosato, tutto sarà possibile un domani, qualora la piccola dovesse mantenere costante il suo impegno, coltivare le sue passioni, ed inseguire i suoi sogni. Per questo motivo, nella missiva che termina con i complimenti alla famiglia ed una firma vergata a mano, Pichai conclude che se ne potrà riparlare quando Chloe avrà finito la scuola, e tornerà ad inoltrare la sua candidatura a Big G.

Il padre della piccina, nel riportare gli estremi di questo scambio epistolario, su Linkedin, ha ringraziato il grande dirigente per aver trovato il tempo di rispondere a sua figlia, con un gesto che le ha dato una spinta in più, posto che 2 anni aveva attraversato un momento difficile, dopo essere stata investita da un’auto: dalla ricezione della lettera, spiegano le maestre, la bambina va ancora meglio a scuola, ed ha sempre il sogno di lavorare, da grande, per Google, anche se – prima o poi – bisognerà spiegarle che la creatività della grande G non si esplica propriamente in kart, scivoli da un ufficio all’altro, e puff a fagiolo.

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