Approvata legge su caporalato: cosa cambia per i braccianti

La legge contro il caporalato finalmente è realtà: dopo i recenti scandali emersi in materia di sfruttamento dei braccianti, il piano contro lo sfruttamento dei lavoratori agricoli è stato approvato dalla Camera dei Deputati.

Approvata legge su caporalato: cosa cambia per i braccianti

Il caporalato ha subito un durissimo colpo quest’oggi con l’approvazione da parte della Camera dei Deputati delle “Disposizioni in materia di contrasto ai fenomeni del Lavoro nero, dello sfruttamento del lavoro in agricoltura e di riallineamento retributivo del settore agricolo“. Il provvedimento è passato con una netta vittoria del sì, e ad astenersi sono stati solamente gli schieramenti di Lega Nord e Forza Italia.

La legge contro il caporalato è stata straordinariamente voluta da quasi tutte le componenti politiche di Montecitorio, come d’altronde dimostrano i numeri: 356 voti a favore e 0 contro, praticamente un plebiscito totale, che ha finalmente sancito l’inizio della fine dello sfruttamento dei braccianti nel settore agricolo.

O almeno questo è l’obiettivo che la Camera si è prefissata con l’approvazione delle disposizioni contro il lavoro nero nel settore. A volere fortemente questo traguardo è stato innanzitutto il ministro per le Politiche Agricole Maurizio Martina, promotore del disegno di legge che andrà ad inasprire le pene per gli sfruttatori.

Grazie all’approvazione del testo, chi si macchierà del reato di sfruttamento del lavoro in nero in agricoltura potrà incorrere in pene detentive da 1 a 6 anni (con possibilità di estensione della detenzione in carcere fino a 8 anni a condizioni particolari). La reclusione non interesserà tuttavia solamente i datori di lavoro, bensì anche eventuali intermediari consapevoli della situazione di reato.

Inoltre le “Disposizioni in materia di contrasto ai fenomeni del Lavoro nero, dello sfruttamento del lavoro in agricoltura e di riallineamento retributivo del settore agricolo” prevedono la possibilità da parte delle vittime di accedere a forme di risarcimento, e prevedono inoltre il potenzialmento della Rete del Lavoro Agricolo di Qualità come primo strumento di prevenzione di eventuali situazioni di caporalato.

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