Record di abbandoni all’università, uno studente: "Ho pensato di lasciare tutto per i costi e per l’ansia"

L'università italiana, un paradosso costoso e stressante che spinge i giovani alla difficile scelta tra indipendenza economica e perseguimento dei propri sogni accademici; il 7,3% degli studenti abbandona entro il primo anno.

Record di abbandoni all’università, uno studente: "Ho pensato di lasciare tutto per i costi e per l’ansia"

Il dilemma dei giovani universitari italiani: tra il desiderio di indipendenza e la difficoltà di conciliare studio e lavoro. Questa è la storia di Lorenzo Baronti, uno studente veronese di Filosofia, che si è trovato di fronte ad un bivio che molti giovani devono affrontare: continuare gli studi universitari o abbandonare per cercare un impiego stabile.

Lorenzo, nato nel 2002, si è iscritto all’università con grandi speranze, desideroso di vivere da solo e concentrarsi sugli studi. Tuttavia, ben presto si è reso conto che per sostenere se stesso e pagare l’affitto aveva bisogno di un lavoro. Il problema è che lavorando a tempo pieno non riusciva a dedicare abbastanza tempo ed energie agli studi. Così ha preso la difficile decisione di lasciare l’ateneo.

La sua esperienza non è un caso isolato. Secondo le statistiche, il 7,3% degli studenti abbandona l’università entro il primo anno. Quando gli viene chiesto se questa percentuale lo sorprende, Lorenzo risponde senza esitazione: “Per niente. Ho visto tanti compagni di corso lasciare perché l’università è troppo costosa o perché si trova in una situazione psicologicamente pesante. Non ho mai incontrato nessuno che non lamentasse problemi di ansia. L’università sembra […] un modo per sperare in un riconoscimento sociale e culturale che spesso rimane solo un’illusione“.

Lorenzo racconta che l’aspetto economico gioca un ruolo fondamentale in questa decisione. “Studi per cinque anni e poi cosa succede? Ti trovi spesso davanti agli stessi annunci di lavoro che ho sfogliato io, senza alcuna esperienza se non quella del Pcto fatto al liceo. Così l’università diventa solo una spesa e una fonte di stress. Non viene valorizzata abbastanza e lo Stato non investe abbastanza nella formazione dei giovani“.

Questa testimonianza ci pone di fronte a una realtà sconcertante: i giovani universitari si trovano a dover fare i conti con un sistema che sembra non premiare adeguatamente i sacrifici e gli sforzi compiuti durante gli anni di studio. La mancanza di prospettive lavorative e la pressione economica possono diventare un ostacolo insormontabile per molti.

È necessario che lo Stato e le istituzioni prendano in considerazione questa problematica e si adoperino per offrire migliori opportunità ai giovani laureati. Investire nell’istruzione superiore significa investire nel futuro del Paese. È fondamentale creare un sistema che valorizzi adeguatamente l’università e che offra sbocchi professionali reali per i laureati. La storia di Lorenzo ci invita a riflettere sulle sfide che i giovani affrontano quotidianamente nel perseguire i propri sogni e le proprie ambizioni.

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