Per i genitori di questo bambino il voto 9 non era sufficiente; secondo loro meritava 10 e hanno presentato ricorso al Tar contro la decisione degli insegnanti.
Il figlio, al termine del percorso di studio e dopo gli esami di scuola media, ha ottenuto dalla commissione esaminatrice un voto “ottimo”. Evidentemente non abbastanza per i genitori, una coppia di Canicattì, nell’Agrigentino, la quale ha presentato un ricorso al Tar di Palermo.
I due genitori hanno chiesto ai giudici di annullare il verbale dei giudizi sulle prove di esame della scuola “Giovanni Verga” con lo scopo di consentire al figlio di ottenere un più meritato eccellente: dieci su dieci. Ma il ricorso è stato immediatamente respinto.
I genitori hanno fatto ricorso per far prendere 10 al figlio
I giudici della prima sezione del Tar presieduta da Calogero Ferlisi hanno rigettato le assurde richieste della coppia agrigentina. “Come noto, la scuola, nel valutare la preparazione degli alunni, non applica scienze esatte che conducono ad un risultato certo ed univoco, come si verifica ad esempio nei casi di accertamento dell’altezza di un determinato candidato o del grado alcolico di una determinata sostanza – hanno scritto i giudici nella sentenza – ma formula un giudizio tecnico connotato da un fisiologico margine di opinabilità, per sconfessare il quale non è sufficiente evidenziare la mera non condivisibilità del giudizio, dovendosi piuttosto dimostrare la sua palese inattendibilità”.
In seguito i giudici riportano tutti i voti conseguiti dall’alunno. Lo studente infatti era stato ammesso agli esami di terza media con il voto di 9/10 e aveva conseguito i seguenti punteggi: 10/10 nella prova d’italiano; 10/10 nella prova di matematica; 8/10 nella prova di lingua francese; 8/10 nella prova di lingua inglese; 9/10 nel colloquio pluridisciplinare.
“Il voto finale di 9/10 si presenta, pertanto, coerente con quelli di ammissione e con quelli conseguiti nelle prove d’esame” si legge ancora nella decisione resa pubblica dai giudici. I genitori saranno ora costretti a pagare tutte le spese processuali.