Pause brevi e frequenti per apprendere meglio

Una recente ricerca statunitense ha evidenziato che delle brevi e frequenti pause durante lo studio o le esercitazioni in qualsiasi attività possono aiutare il cervello ad apprendere meglio e più velocemente.

Pause brevi e frequenti per apprendere meglio

Una nuova ricerca potrebbe aiutare studenti e non ad apprendere in tempi più brevi e meglio, non solo per quanto riguarda nozioni scolastiche ma anche per acquisire nuove abilità e competenze. Il segreto starebbe nell’effettuare delle pause brevi e frequenti durante l’apprendimento.

Lo studio in questione è stato effettuato dai ricercatori del National Institute of Health del Maryland (Stati Uniti d’America), che hanno studiato le mappature dell’attività cerebrale di alcuni volontari sottoposti all’apprendimento di nuove attività.
A un primo gruppo di volontari è stato proposto di imparare a suonare una nuova canzone con uno strumento effettuando delle brevi pause. Ogni volta che i volontari riprendevano a suonare, suonavano molto meglio rispetto alle sessioni di apprendimento tradizionale senza brevi e frequenti pause.

Grazie agli encefalogrammi connessi ai volontari sia durante l’apprendimento sia durante le pause, i ricercatori hanno scoperto che, durante le pause, il cervello elaborava l’attività che stava apprendendo replicandola ha più volte. Dunque, si suppone che con il breve riposo da svegli il cervello memorizzi meglio ciò che sta apprendendo e trasformi il tutto in un ricordo.

Il secondo gruppo di volontari che i ricercatori hanno, invece, è stato analizzata mentre imparava a digitare un codice con la mano sinistra (i 33 volontari erano tutti destrorsi). Il ciclo di apprendimento era composto da 10 secondi di esercizio a cui seguivano 10 secondi di pausa.

Fin dai primi cicli di apprendimento e pause, la velocità di digitazione aumentava di volta in volta ma dall’encefalogramma dei volontari è stato possibile vedere che questa velocità non era dovuta alla ripetizione nel digitare il codice ma alle pause di breve durata che aiutavano memorizzare meglio.

Da queste ricerche, inoltre, è stato così possibile scoprire anche che le pause da svegli possono aiutare ad apprendere meglio rispetto al riposo notturno. Questo accade perché, le brevi pause da svegli, fanno diminuire la lunghezza delle onde cerebrali beta, ovvero quelle che svolgono l’attività di memorizzazione che, invece, durante il sonno sono più lunghe e meno efficaci.

Il lavoro dei ricercatori, dunque, mette in luce una nuova abilità del nostro cervello che troppo spesso utilizziamo solo in minima parte: grazie alle piccole pause ma frequenti possiamo apprendere meglio e più velocemente nuove abilità.

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