Nella mente di molti, il poeta Giovanni Pascoli è spesso associato alla pittura, mentre il celebre artista Salvador Dalì viene erroneamente considerato un letterato. Quando si parla di scrittori illustri, sorgono dubbi persino sulla paternità della Divina Commedia. È davvero sorprendente sentire le varie teorie espresse dagli studenti nelle prove di maturità di quest’anno. Il portale skuola.net ha raccolto questi errori in una sorta di “galleria degli orrori“, intervistando direttamente i maturandi.
Ci si chiede con sgomento quale sia stata la reazione dei professori delle commissioni di fronte a tali strafalcioni. Partiamo dal confronto tra Pascoli e Dalì. Giovanni Pascoli, noto poeta italiano, è stato un eminente rappresentante del simbolismo letterario. Ma alcuni studenti sembrano confonderlo con un pittore. È interessante notare come l’opera di Pascoli, ricca di immagini e metafore, possa evocare suggestioni visive, ma è importante sottolineare che egli si è dedicato esclusivamente alla scrittura.
D’altra parte, Salvador Dalì è universalmente riconosciuto come un maestro del surrealismo pittorico. I suoi quadri straordinari e onirici, con orologi molli e immagini bizzarre, hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia dell’arte. Ed eppure alcune persone erroneamente considerano Dalì anche un letterato. È vero che l’artista ha scritto alcuni testi e manifesti, ma la sua fama deriva principalmente dalla sua abilità nel campo delle arti visive.
Passando alla questione della Divina Commedia, capolavoro assoluto della letteratura italiana, sorge l’incredibile dubbio sul suo autore. Alcuni studenti sembrano confondersi quando si tratta di attribuire l’opera a un autore specifico. È fondamentale precisare che la Divina Commedia è stata scritta da Dante Alighieri nel XIV secolo, rappresentando uno dei vertici della letteratura mondiale. La poesia epica di Dante, divisa in tre cantiche (Inferno, Purgatorio e Paradiso), descrive il viaggio dell’autore attraverso l’Aldilà e affronta temi filosofici, teologici e morali.
Secondo qualcuno, invece, Luigi Pirandello sarebbe l’autore della celebre opera “Uno, nessuno e duecentocinquantamila“, mentre qualcun’altro è rimasto perplesso e silenzioso quando gli è stato chiesto chi fosse Sergio Mattarella. C’è stato anche chi, parlando della Shoah e di quanto avvenuto al popolo ebraico durante la Seconda Guerra Mondiale, ha spiegato che gli ebrei venivano deportati nei “campi di concentrazione“.
La raccolta degli strafalcioni degli studenti, purtroppo, solleva interrogativi sul sistema educativo e sulla preparazione dei giovani nel campo della cultura generale. È importante sottolineare che non si tratta di una critica diretta agli studenti, ma piuttosto di una riflessione sulle possibili lacune nell’insegnamento e sull’importanza di una formazione solida.