Ocse: ottimo lavoro, insegnanti italiani!

Nonostante le difficoltà in cui versa la scuola italiana, secondo l’Ocse gli insegnanti italiani stanno facendo un ottimo lavoro. Secondo il rapporto sulla scuola “Education at glance”, gli esiti per gli studenti quindicenni nella valutazione PISA 2009 sono risultati stabili nelle competenze di lettura (rispetto al 2000) e sono migliorati…

Ocse: ottimo lavoro, insegnanti italiani!

Nonostante le difficoltà in cui versa la scuola italiana, secondo l’Ocse gli insegnanti italiani stanno facendo un ottimo lavoro.

Secondo il rapporto sulla scuola “Education at glance”, gli esiti per gli studenti quindicenni nella valutazione PISA 2009 sono risultati stabili nelle competenze di lettura (rispetto al 2000) e sono migliorati significativamente in matematica (dal 2003) e in scienze (2006).

Sembrerebbe quindi che, nonostante godano di stipendi meno “europei” di molti colleghi comunitari, nonostante abbiano una età media non più giovanissima (causa le sempre meno numerose assunzioni di personale giovane) e nonostante i tagli alle spese per l’istruzione, gli insegnanti italiani stiano lavorando con impegno, dedizione e risultati.

Sembrerebbe confermare queste conclusioni Francesco Avvisati, redattore della parte italiana del rapporto Ocse: “Grazie alla dedizione del personale della scuola, l’azione di contenimento della spesa non ha nuociuto alla qualità della preparazione degli studenti, che anzi ha mostrato segnali positivi di miglioramento nei test OCSE-PISA.”

Spesso dalla stampa sia nazionale che internazionale, emerge un’immagine degli italiani troppo negativa, che non tiene conto della grande dedizione al lavoro e all’impegno civico che la maggioranza dei cittadini della “penisola delle cicale” mettono in campo quotidianamente, anche in un periodo di difficoltà come quello che sta attraversando l’Italia. Anche perché, bisogna ammettere, non sempre la colpa è della corruzione o della poca lungimiranza della nostra classe politica, ma ormai più spesso bisogna guardare oltre i confini per intravedere le vere responsabilità e analizzare con onesta la natura poco sociale e poco cooperativa dell’attuale assetto proprio di  quell”Unione Europea che ora si complimenta con i nostri insegnanti.

 

 

 

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