OCSE boccia scuola italiana: "Studenti italiani tra i più ignoranti

La scuola italiana è tra le peggiori d'Europa: un'indagine della OCSE ha confermato come il sistema scolastico nostrano sia letteralmente colato a picco negli ultimi anni. Ecco i dati e le ragioni.

OCSE boccia scuola italiana: "Studenti italiani tra i più ignoranti

La scuola, in Italia, sta diventando un’istituzione sempre più ridicolizzabile. A confermarlo è la consueta indagine dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), che ha svelato come gli studenti italiani siano ulteriormente peggiorati negli ultimi 10 anni, facendo scivolare l’Italia dal 32° al 34° posto nella lista dei migliori sistemi scolastici in Europa.

Se poi si paragonano i risultati conseguiti dagli studenti italiani di 15 anni con quelli dei pari età cinesi o giapponesi, il divario diventa – letteralmente – un abisso di profondità quasi vergognosa. Il paradosso più assurdo? I nostri ragazzi sono tra quelli che passano più ore di tutti fra i banchi di scuola.

La situazione è stata chiarita con l’utilizzo dei nuovi test PISA (Program ofr International Student Assessment), al quale sono stati sottoposti circa 540.000 studenti provenienti da 72 diversi Paesi. Il risultato per l’Italia è stato pessimo: una sufficienza tirata in matematica, ed una bocciatura senza appello in scienze ed italiano; facendo l’opportuna media, si tratta di un risultato pessimo stando ai criteri delle nazioni industrializzate.

Addirittura è emerso che uno studente italiano su cinque non sia in grado di raggiungere nemmeno i livelli di competenza minimi per la corretta lettura di un testo scritto. Un’evidenza a dir poco allucinante, che proietta gli studenti italiani dietro ai loro coetanei non solo tedeschi, olandesi e danesi, ma anche – ad esempio – estoni e sloveni.

Una situazione di degrado continuo che non risulta però determinata dalla frequenza scolastica e dal tempo speso per studiare, dal momento che gli studenti italiani trascorrono circa 50 ore a settimana sui libri, contro una media OCSE di 44 ore settimanali. Addirittura in Germania e Finlandia il tempo trascorso dai ragazzi tra presenza in aula e studio a casa è stato stimato in “appena” 36 ore a settimana, eppure i risultati conseguiti in queste realtà sono significativamente migliori.

Confermata anche la netta disparità che vige tra Nord e Sud Italia in materia di istruzione: se si tenessero presenti solamente i risultati ottenuti in fase di test dagli studenti delle regioni settentrionali infatti, l’Italia avrebbe prodotto risultati sopra la media europea (con un picco di +35 punti rispetto alla media nazionale in Trento ed in Lombardia); ma la situazione fa il pari con il -35 rispetto alla media italiana fatta registrare al Sud.

In altre parole, tra uno studente di 15 anni del Sud ed un pari età del Nord Italia – sempre facendo riferimento alle medie regionali, non ai casi specifici – esiste un ritardo quantificabile in addirittura due anni scolastici.

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