Nuovo DPCM: Sei milioni di studenti di nuovo in DaD?

Il nuovo DPCM da la facoltà ai governatori di predisporre la chiusura delle scuole e di riattivare la DaD con più di 250 contagi settimanali ogni 100mila abitanti. Da una prima stima potrebbero essere coinvolti 6 Milioni di studenti.

Nuovo DPCM: Sei milioni di studenti di nuovo in DaD?

 

Possibile nuova chiusura delle scuole

 

In base al nuovo DPCM che entrerà in vigore il prossimo 6 Marzo i governatori delle singole regioni potrebbero sospendere le attività in presenza qualora vi siano più di 250 contagi settimanali ogni 100mila abitanti.

Da lunedì 8 Marzo, secondo una prima stima potrebbero quindi essere orltre 6 Milioni gli studenti che dovranno ricorrere, per l’ennesima volta negli ultimi 12 mesi, alle lezioni da remoto: l’ormai nota DaD, didattica a distanza.

I numeri sono stati pubblicati da una rivista specializzata del settore “Tuttoscuola”, in un articolo apparso poche ore fa. La rivista ha preso come  riferimento gli ultimi dati messi a disposizione dalla Fondazione Gimbe e ha fatto il calcolo, regione per regione, il numero di alunni per ordine e grado di scuola, la collocazione geografica degli istituti ( se in zona rossa o in territori con elevato indice di contagi). Secondo la loro valutazione le regioni interessate da questa chiusura totale, oltre a quelle in cui il provvedimento è già attivo, potrebbero essere: Lombardia , Campania con 944.993, Emilia Romagna, Puglia ,Piemonte, Toscana, Marche, Liguria, Friuli Venezia Giulia e Umbria.  

Il ministro Bianchi ribadisce la necessità di lavorare intensamente per garantire il giusto livello di attenzione e di istruzione e ha dichiarato: “La scuola non chiude, non ha mai chiuso. Gli insegnanti sono sempre stati presenti”.  ha poi aggiunto “La parola Dad non mi piace, non è didattica a distanza ma di avvicinamento e la facciamo solo in situazioni estreme.”

Il mimistro Mariastella Gelmini, incaricata delle relazioni tra il governo e le regioni ribadisce l’intento di lasciare le scuole aperte dove possibile, definendole un servizio essenziale ma sottolinea anche la necessità di intervenire per affrontare eventuali picchi di contagio o per attenuare la diffusione delle “varianti” del virus che sembrano essere più aggressive verso i giovanissimi rispetto alle prime ondate. 

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