Il giorno seguente la grande manifestazione nazionale dei docenti contro la riforma del governo Renzi-Giannini sulla Buona Scuola, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha incontrato i parlamentari della Camera e del Senato, al Nazareno, per un confronto sui possibili cambiamenti che potrebbero avvenire in ambito scolastico.
La riunione è durata un paio d’ore e hanno partecipato anche i ministri delle Riforme Maria Elena Boschi e quello dell’Istruzione Stefania Giannini che ha commentato “L’incontro di stamattina è andato molto bene, stiamo lavorando in Commissione e dialogando con tutte le forze interessate con il mondo della scuola. Il dialogo è aperto, stiamo migliorando e integrando il ddl ma non c’è nessun cambiamento di linea. Questo provvedimento verrà compreso a fondo, capito e apprezzato”.
Renzi ha voluto vedere senatori e deputati poiché ritiene fondamentale trovare un accordo sui “ritocchi” scolastici, in vista della seconda lettura a Palazzo Madama, prevista entro fine mese. Il premier si è mostrato disposto a dialogare sul merito anche se il proprio scopo fondamentale non viene minimamente intaccato. La delega ha, in effetti, già cominciato a cambiare: per esempio, i dirigenti scolastici dovranno farsi approvare il Piano dell’offerta formativa triennale (in pratica ciò che la scuola offre agli studenti) da parte del Consiglio d’Istituto, attraverso una votazione.
Sulla situazione dei precari e sulle eventuali decisioni prese in merito a questi, il premier non si è pronunciato ma afferma come ci siano dei punti fissi che non potranno e non saranno cambiati. Difatti, non si torna indietro né per quanto riguarda l’autonomia scolastica né sulla possibilità e la facoltà dei dirigenti scolastici di scegliere il proprio team (gli insegnanti dovranno, ovviamente, essere scelti e selezionati secondo ciò che il proprio curriculum offre e non per votazione).
Claudia Piccola Nardelli, parlamentare Pd e componente della commissione Cultura alla Camera, dopo la riunione ha sottolineato che “Renzi ha detto di essere molto attento e rispettoso nei riguardi del ruolo degli insegnanti che devono decidere sul futuro dei nostri figli”.
Angelino Alfano, ministro dell’Interno, ha invece affermato, per quanto riguarda lo sciopero di ieri, che “Sulla scuola oggi ci sono proteste della sinistra perché si fanno cose di centrodestra e la stessa vale per il Jobs Act e per la responsabilità civile dei giudici”.