La famosa attrice Claudia Gerini, da anni testimonial CCS Italia Onlus, l’organizzazione no profit italiana, sostiene la campagna HELP! Il diritto di essere bambini e racconta del suo viaggio in Cambogia sottolineando il suo “disgusto” verso coloro che giudicano senza conoscere e lo stupore ogni qualvolta sente giudizi categorici come quelli rivolte alle donne che scappano dal proprio paese, quasi sempre per problemi anche molto gravi.
Il viaggio che l’attrice ha fatto in Africa le ha dato la possibilità di entrare in contatto con la dura realtà di donne e bambine che vivono in condizioni veramente difficili: ci sono bimbe che, all’età di soli otto anni, sono già costrette a lavorare (si parte dai lavori più miseri fino alla prostituzione e allo sfruttamento con fini sessuali). Questa, una realtà che nausea la Gerini e quasi la indispone a pronunciarsi al riguardo.
L’attrice spiega, però, come sia riuscita ad entrare in contatto anche con una realtà diversa, più positiva: il progetto “Girl Friendly School” ha permesso la costruzione di molti istituti e strutture adibite proprio all’istruzione, all’interno della campagna HELP! Il diritto di essere bambini.
Per raggiungere l’obiettivo di fare scuola è fondamentale la partecipazione attiva dei bambini che posso permettere la costruzione di strutture più accoglienti per loro, soprattutto per le bambine e i bimbi più vulnerabili ma anche per coloro che vivono in famiglie più povere dove l’educazione potrebbe diventare un mezzo per il riscatto sociale di questi ultimi.
Difatti, dice la Gerini “I bambini che comprendono e conoscono i loro diritti imparano a prendersi cura l’uno dell’altro perché imparano l’importanza di essere protetti dalla violenza e dagli abusi”. Attraverso questo percorso di consapevolezza, gli insegnanti devono riuscire a comprendere maggiormente i problemi di cui i bambini, ma anche le loro mamme, possono soffrire in luoghi esterni alla scuola (come, per esempio, gli abusi e/o la voglia in casa ) e possono quindi intervenire in tempo prima che questi problemi, magari considerati anche futili, possano degenerare sfociando in vere e proprie catastrofi e tragedie, provocando danni irreparabili.
L’attrice conclude dicendo, entusiasta, di quanto lei sia felice ed estasiata di questo progetto che sta permettendo una vera e propria “rivoluzione” nella società africana: qui, sono i bambini ma soprattutto le bambine, le protagoniste delle scelte che vengono fatte da parte loro.