L’insegnante migliore del mondo? Lavora in un campo profughi

L'insegnante migliore del mondo farebbe parte della Fondazione Varkey a Dubai e, secondo Papa Francesco, è a lei che andrà il premio Nobel come miglior professore per l'anno 2016. Conosciamo meglio questa fantastica docente.

L’insegnante migliore del mondo? Lavora in un campo profughi

La vincitrice del Premio Nobel per ‘Miglior Professore per l’anno 2016” va a Hanan Al Hroub, una giovane palestinese di 43 anni, che è nata e cresciuta nel campo di Betlemme. Fa parte della Fondazione Varkey alla quale è stato assegnato l’ambìto premio durante il global forum per l’educazione che si è svolto a Dubai.

A comunicare il nome del vincitore di una delle più alte onoreficenze mondiali, il Premio Nobel, è stato nientemeno che Papa Francesco che in video collegamento con Dubai ha ricordato quanto siano importanti gli insegnanti, definendoli “costruttori della pace, creatori dell’incontro. I bambini devono imparare giocando, imparando l’allegria, auguri alla maestra Hanan“.

A consegnare il prestigioso riconoscimento è stato l’attore Matthew McConaughey, che ha ringraziato di essere stato scelto per un tale onore, in quanto sua madre è stata una maestra di asilo e si è sentito così particolarmente coinvolto in questo evento.

Alla premiazione non sono mancati altri collegamenti video con persone importanti, tra queste è stato molto toccante l’intervento dell’ex presidente USA, Bill Clinton, che ha definito i professori come i “veri eroi” dei nostri tempi, spesso alle prese con caratteri difficili e ragazzi disagiati e, nonostante ciò, riescono nel loro intento di insegnamento.

Da sempre, almeno negli ultimi 30 anni, il Premio Nobel è accompagnato anche da un generoso assegno da un milione di dollari che, spesso, viene devoluto alla ricerca o in beneficenza. Anche questa volta, Hanan Al Hroub, lo devolverà per combattere la violenza. “Dobbiamo insegnare ai nostri bambini che le nostre uniche armi sono il sapere e l’educazione“; queste sono state le sue parole a caldo, appena ricevuto il premio Nobel. Secondo la docente, l’istruzione è l’unica arma a disposizione dei palestinesi per “riprenderci la nostra terra che ci hanno tolto perchè eravamo ignoranti”.

Questo tema non è nuovo alla professoressa, in quanto lei stessa ha dovuto crescere i suoi ragazzi da sola dopo che il marito era rimasto gravemente ferito dai soldati israeliani. I bambini avevano paura di uscire e non riuscivano nemmeno a fare i compiti a casa o a studiare ed è proprio per loro che la donna ha messo a punto un sistema – basato sul gioco, il rispetto, la fiducia, la collaborazione – che ora viene applicato in moltissime scuole, soprattutto quelle dei campi profughi e delle zone di guerra, dove i bambini hanno paura e non riescono a focalizzare la loro attenzione sulla scuola; questo sistema ha favorito l’abbassamento della tensione ed un miglioramento dei risultati scolastici.

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