Recentemente l’Osce ha pubblicato un rapporto secondo il quale “portare la tecnologia in classe è inutile se non si agisce con criterio”. A spiegare l’affermazione in questione, in modo esauriente, ci ha pensato – per il panorama italiano – il professor Salvatore Giuliano, preside dell’ITC Majorana di Brindisi.
Ci sono casi – cita Giuliano – di scuole italiane che hanno introdotto le lavagne elettroniche (LIM) o i registri elettronici senza che si fosse pronti a farlo. In sostanza, nel caso dei registri elettronici, gli insegnanti erano impossibilitati a usarli per via della connessione spesso mancante, o della formazione che NON avevano ricevuto a riguardo. Nel caso, poi, delle lavagne elettroniche, in tantissimi casi sono finite nelle cantine delle scuole perché “dare un iPad agli studenti e non avere la connessione” è un po’… paradossale.
Il problema, in verità, non è solo nostro. Il prof. Giuliano – infatti – parla della situazione di New York. Qui il sindaco Bill De Blasio ha deciso che, nel giro di 10 anni, l’insegnamento dell’informatica dovrà diventare obbligatorio in tutte le scuole: per fare questo, così racconta anche il New York Times, si dovrà iniziare dal formare “un numero sufficiente di insegnanti”.
E noi? Come potremmo risolvere il problema? A spiegarcelo è ancora il prof. Giuliano secondo il quale occorrerebbe, per prima cosa, stabilire quali sono gli obiettivi da raggiungere (a seguito di una valutazione), poi formare le persone, indi preparare i contenuti che queste persone – nello specifico i docenti – dovranno proporre agli alunni. Solo in tal modo non si vanificheranno gli investimenti fatti nelle tecnologie e non si finirà col guardare con una certa giusta perplessità all’introduzione delle medesime nel processo di insegnamento.
A far sperare bene, per l’evoluzione della didattica e dell’apprendimento nella Scuola Italiana, è il “Piano Nazione Scuola Digitale” che verrà presentato dal ministro Giannini il prossimo 29 Settembre. Il piano, sostanzialmente, prevede che nel varare i prossimi piani formativi triennali, occorrerà riservare una certa porzione all’innovazione: potranno, quindi, essere seguite nelle scuole italiane di tutto il paese delle lezioni di programmazione basilare simile a quelle fruibili, online, sul portale “code.org”.