I sindacati fanno un appello ai parlamentari: “In piazza con noi”, invitandoli all’assemblea pubblica contro la riforma.
L’incontro è previsto per domani pomeriggio alle 16:00 circa in piazza del Pantheon, a Roma. L’incontro servirà per dar voce alle ragioni contro il ddl in esame a Montecitorio.
Dalla missiva si può leggere emerge questo messaggio: “Gentili deputati e senatori le organizzazioni sindacali Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals Confsal e Gilda Unams di Roma e del Lazio hanno promosso un’assemblea pubblica dal titolo “il mondo della scuola incontra i parlamentari di Camera e Senato” che si terrà il giorno 15 maggio con inizio alle ore 16.30 in piazza del Pantheon. Le nostre organizzazioni sarebbero liete di ricevere un contributo alla discussione da parte dei rappresentanti del vostro gruppo parlamentare”.
A questo invito ha risposto Arturo Scotto, uno dei rappresentanti di Sel, sottolineando che la proposta di Renzi non è nient’altro che una riforma controproducente per il Paese (difatti, lo porta in una situazione di arretratezza) e, di conseguenza, la scuola subisce gravi colpi persino dannosi mentre gli insegnanti sono ridotti a ricoprire un ruolo marginale.
Secondo la riforma per la scuola Renzi-Giannini, il preside sarà una sorta di “faraone” (dal nome del sottosegretario che nel corso degli ultimi giorni ha bombardato di tweet la rete e offeso gli insegnanti della scuola repubblicana). Pertanto, il testo del governo non è che autoritario e dovrebbe esser necessariamente eliminato.
Poi continua e conclude affermando “sinistra ecologia libertà ribadisce la richiesta di ritiro del provvedimento, l’emanazione di un decreto urgente sulle assunzioni dei precari e un nuovo testo riscritto col mondo reale della scuola. Quello che domani sarà in piazza al Pantheon a Roma. I parlamentari di Sel ci saranno”, mettendo in chiaro, quindi, la partecipazione degli stessi parlamentari.
La riforma ha dei pro e dei contro. Infatti, da una parte c’è la possibilità di ridurre ed eliminare (anche se questo a livello utopico) il precariato dei docenti, dall’altro, però, molti degli insegnati si vedranno “tagliati fuori” dalla scuola e quindi disoccupati. La Giannini, il ministro dell’istruzione, ha sottolineato come la riforma sia nata da una necessità di porre tutti sullo stesso livello: la scuola non è buona finché non è ovunque ed accessibile a tutti.
Nonostante ciò, gran parte dei docenti di tutta Italia sono ancora scettici al riguardo e stanno attuando manifestazioni contro la riforma: tra queste abbiamo il boicottaggio delle prove invalsi di martedì 12 maggio e il probabile blocco degli scrutini.