La Germania ha bisogno di manodopera a basso costo? Nessun problema: ci pensa la “riserva Italia”.
Scuola-lavoro a vantaggio loro!
Il 14 giugno in un meeting tra Germania, Francia, Spagna e Italia con focus sulla piaga della disoccupazione giovanile, si è approntato un pacchetto di misure occupazionali, che prevedono il coinvolgimento dell’istruzione.
L’italia deve potenziare l’istruzione tecnica e professionale, come già previsto da precedenti accordi.
E siccome l’Europa del mercato unico e della mobilità dei fattori di produzione prevede anche la mobilità dei lavoratori (necessità amplificata dall’adozione dell’Euro-marco allargato), la Germania si troverà in prima linea nel finanziamento di progetti di scuola-apprendistato, come già succede in Portogallo e Spagna e presto anche in Italia.
La mobilità sarà, ovviamente, molto poco a doppio senso e parecchio a senso unico: flusso Piigs-Germania, per intenderci.
Stiamo parlando di immigrazione pianificata che, per quanto possa essere qualificata, non troverà in Germania stipendi da favola e strabilianti occasioni di emancipazione. La Germania ha infatti provveduto a fare, non appena adottato l’Euro, una serie di riforme molto violente del mondo del lavoro (pacchetto Hartz IV) in modo da comprimere i costi (con relativa compressione della capacità di spesa dei lavoratori) per caratterizzare la propria economia sul successo dell’export.
A danni degli altri paesi dell’Unione, soprattutto quelli dell’Eurozona.
(continua)