Elezioni 2024, prof si candida e chiede il voto agli studenti: è polemica

Il messaggio di un professore, iscritto come candidato per le prossime elezioni, e inviato alla rubrica del suo telefono, compresi alcuni studenti, ha scatenato una bufera tra i genitori e la scuola.

Elezioni 2024, prof si candida e chiede il voto agli studenti: è polemica

Ormai siamo agli sgoccioli, non solo per quanto riguarda la fine di quest’anno scolastico, ma anche per le elezioni europee, regionali e anche comunali che invitano i cittadini al voto. Nei giorni dell’8 e del 9 giugno del mese corrente gli italiani sono invitati a esprimere la loro preferenza. Tra i tanti candidati, vi è anche un professore che ha inviato un messaggio dalla sua rubrica telefonica anche ad alcuni alunni chiedendo il voto

Marco De Carolis non è solo un professore del liceo scientifico di Pesaro, ma è anche in lista come candidato alle elezioni. Per accaparrarsi qualche voto ulteriore ha deciso di inviare un messaggio ai contatti della sua rubrica telefonica con la seguente dicitura: “Caro alunno ti scrivo…” . Un monito affinché lo votassero. 

Inutile dire che questo suo tentativo di farsi votare ha scatenato una vera e propria bufera con i genitori degli studenti adirati e in polemica con il professore. Il messaggio del possibile voto del professore è partito dal suo telefono di Whatsapp indirizzato a diversi numeri, tra cui quello di alcuni studenti. Insieme alla possibile preferenza anche un file con il programma della lista civica di appartenenza. 

Il professore è intenzionato a creare un hub creativo in modo da favorire e stimolare l’incontro e le idee tra i giovani di Pesaro per aiutarsi e capirsi di più. Il messaggio inviato dall’insegnante aveva questo testo: “Se ricevi questa lettera significa che mi conosci, che abbiamo condiviso idee e pensieri o progetti negli anni passati, e ora sono io a chiederti un aiuto per realizzare questo nuovo progetto”.

I genitori si sono subito adirati, hanno contattato immediatamente la scuola affermando che non è un modo corretto di comportarsi da parte dell’insegnante che, a loro dire, avrebbe approfittato della fiducia degli studenti. Il docente, dal canto suo, ammette di non aver fatto nulla di offensivo e che in classe non ha mai fatto propaganda elettorale. 

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