In un asilo di Piacenza, alcuni hanno quasi un secolo di vita, mentre altri soltanto tre anni. Sono l’alba e il tramonto della vita. Un luogo dove gli estremi si incontrano e persone anziane e bambini crescono insieme. In questo posto la lentezza non è un difetto ma un dono. Ad esempio c’è Fiorella che ha 87 anni e Stefano e Carlo che vanno al nido. Lei spinge il deambulatore e loro la precedono. “Guardate – dice Fiorella – ho tanti cavalieri, non sembro una regina?“.
Poi tutti a sporcarsi le mani con la farina per impastare torte. Si divertono un mondo tenendosi mano nella mano. Perché i più anziani e i più piccoli hanno lo stesso passo, e si sa, basta un semplice sguardo o un banale cenno d’intesa per diventare complici ed essere amici.
Un asilo nella casa di riposo: una storia di successo
Si chiama ‘educazione intergenerazionale‘, e consiste nel far coabitare all’interno della medesima struttura un asilo nido e un centro anziani. Si vuole poi creare delle attività di incontro, come la cucina, la pittura, la lettura, in cui le età si possano agevolmente mescolare, e le generazioni si fondano, partendo dalla constatazione che gli anziani e i più piccoli possono stare bene insieme, imparando gli uni dagli altri.
Questo è il concetto fondamentale espresso da Elena Giagosti, coordinatrice del progetto che l’Unicoop di Piacenza sta sperimentando da alcuni anni. Una grande struttura moderna fatta di vetro e acciaio, con finestre luminose su un’area verde, con spazi ampi e colorati che ospitano circa 80 persone anziane e un asilo nido per 40 bambini dai tre mesi ai tre anni. Luoghi naturalmente separati, ma con tante aree condivise.
Ad esempio a metà mattina c’è il laboratorio di cucina grazie al quale grandi e piccoli tagliano e impastano insieme, sotto lo sguardo vigile delle educatrici. Un esperimento perfettamente riuscito che aiuta l’apprendimento dei più piccoli e offre l’opportunità a diverse persone anziane di sentirsi ancora utili.