Zoom, la piattaforma di videoconferenze diventata un nome di riferimento durante la pandemia, ha recentemente annunciato un rebranding significativo, abbandonando il suo ruolo di piattaforma principalmente dedicata alle videochiamate per evolversi in una “piattaforma di lavoro basata sull’intelligenza artificiale per la connessione umana“. Questa nuova identità è stata presentata dal CEO Eric Yuan in un post sul blog intitolato “Permetteteci di ripresentarci“, dove ha spiegato i motivi dietro a questa trasformazione.
Fino a oggi, Zoom è stato sinonimo di videoconferenze. Durante la pandemia, la piattaforma ha visto una crescita esplosiva, diventando un’app essenziale per il lavoro da remoto, le lezioni online e le riunioni aziendali. Tuttavia, con il rallentamento della crescita dei ricavi e il consolidamento del mercato, l’azienda ha deciso di rinnovare la sua proposta, puntando a diventare un punto di riferimento nel mondo delle soluzioni tecnologiche per l’ufficio, con un focus particolare sull’intelligenza artificiale.
Il nuovo corso di Zoom si concentra sull’integrazione dell’IA in tutte le sue applicazioni aziendali, attraverso un tool che è già parte integrante di Zoom Workplace: Zoom AI Companion. Questo sistema di intelligenza artificiale è progettato per migliorare l’efficienza lavorativa, semplificando i processi e liberando tempo prezioso per gli utenti. Yuan ha spiegato che l’obiettivo finale è quello di creare “un gemello digitale completamente personalizzabile“, capace di ridurre drasticamente il tempo lavorativo e portare la settimana lavorativa a soli quattro giorni.
Si tratta di un ambizioso tentativo di replicare l’automazione che, a suo tempo, ha ridotto le ore lavorative grazie a innovazioni come quelle introdotte da Henry Ford nell’industria automobilistica.
In effetti, l’evoluzione di Zoom verso un’azienda “AI-first” non è una sorpresa, considerando i recenti sviluppi nel campo dell’intelligenza artificiale e le sfide del mercato globale. L’azienda ha infatti annunciato l’introduzione di Zoom Docs e l’aggiornamento del suo AI Companion 2.0, strumenti che potrebbero mettere Zoom in competizione con colossi come Microsoft e Google, i cui software di produttività come Microsoft 365 e Google Workspace sono già ampiamente utilizzati in ambito aziendale.
Con queste mosse, Zoom mira a diventare una piattaforma più versatile, che offre non solo videoconferenze, ma anche soluzioni per la produttività, la collaborazione e la gestione aziendale. Nonostante il cambiamento radicale di direzione, Yuan ha rassicurato gli utenti che le videochiamate non sono destinate a scomparire. Piuttosto, queste evolveranno in una parte di un ecosistema più ampio, dove l’intelligenza artificiale e la collaborazione digitale si intrecciano.
La rimozione della parola “video” dal nome dell’azienda, che ora si chiama semplicemente Zoom, è un chiaro segnale di questa nuova visione. Dal punto di vista finanziario, Zoom ha riportato un fatturato di 1,177 miliardi di dollari nel terzo trimestre, con una crescita del 3,6% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, le previsioni per il quarto trimestre sono meno ottimistiche, con il fatturato previsto tra 1,175 e 1,180 miliardi di dollari. Questo rallentamento può essere interpretato come una sfida per l’azienda, che sta cercando di adattarsi alle nuove esigenze del mercato e diversificare la sua offerta.