Wand, il dispositivo Wi-Fi che legge e cura il cervello

Mark Zuckerberg ha appoggiato con un finanziamento la realizzazione di un dispositivo Wi-Fi in grado di leggere il cervello e curare le malattie neurodegenerative.

Wand, il dispositivo Wi-Fi che legge e cura il cervello

Al dispositivo capace di leggere il cervello è stato dato il nome Wand: a realizzarlo è stata l’Università di Berkeley in collaborazione con la startup Cortera, grazie al finanziamento di Mark Zuckerber e della moglie Priscilla Chan.

L’obiettivo, per cui è stato studiato e realizzato Wand, è prettamente medico: ha infatti la finalità di prevenire e curare tutte le malattie neurodegenerative in una decina d’anni. È un dispositivo Wi-Fi che, al momento, non è ancora stato sperimentato sull’uomo, ma solo sulle scimmie.

La rivoluzione di Wand

Secondo gli inventori del dispositivo Wi-Fi, Wand, leggendo il cervello delle persone che hanno malattie neurodegenerative con disturbi motori, quali il morbo di Parkinson e l’epilessia, potrà migliorare la loro qualità di vita e, in poco tempo, si parla di una decina d’anni, trovare nuove soluzioni a queste malattie, rivoluzionando la medicina e le neuroscienze.

Mark Zuckerber e Priscilla Chan hanno collaborato finanziariamente alla realizzazione di Wand, offrendo un budget di 5 miliardi di dollari, ottenuto dalla “vendita di 29 milioni di azioni di Facebook” come scrive ilgiornale.it.

I primi test del dispositivo Wand, eseguiti sulle scimmie, hanno dato ottime risposte. Addestrate all’uso di un joystick per muovere un cursore su un monitor, il dispositivo è riuscito a prevedere l’azione delle scimmie, il modo con cui si muovevano, e a bloccarle attraverso delle scariche elettriche.

Wand si presenta come un semplice dispositivo senza fili (potrebbe essere paragonato a un pacemaker celebrare) che, grazie a degli “elettrodi, legge in tempo reale gli impulsi elettrici del cervello“, come si legge nel sito ilgiornale.it. Rikky Muller dell’Università di Berkeley, che ha collaborato a descrivere l’esperimento pubblicato su Nature, ha sottolineato la libertà di movimento del soggetto, perchè “la macchina può capire da sola quando e come interferire con i movimenti“. Secondo gli ideatori e realizzatori del dispositivo, Wand farà da apripista a sperimentazioni mediche e terapeutiche nel campo delle malattie neurodegenerative.

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