Uno dei settori tecnologici più redditizi è quello del “sesso ad alta tecnologia”, che movimenta un giro d’affari di circa 30 miliardi di dollari l’anno, grosso modo grazie a sex toys. Tuttavia, lo scenario è destinato ad evolversi, secondo Helen Driscoll, psicologa della sessualità e delle relazioni dell’Università di Sunderland, che – in un suo report – ha spiegato che, dal 2070, le persone potrebbero considerare le relazioni fisiche come solo uno dei tanti modi, forse uno dei più “primitivi“, per soddisfare le proprie esigenze carnali. Ebbene, la dottoressa Driscoll potrebbe essersi sbagliata…sulle tempistiche.
Nei giorni scorsi, Focus ha riportato di una ventura collaborazione messa in atto tra 3 colossi del settore, con sede nella Silicon Valley, per creare – dal privato della propria stanza – incontri bollenti a distanza, con un realismo mai visto prima.
Una delle aziende è RealDoll, il distributore delle bambole umanoidi della californiana Abyss Creations, che – di recente – ha prodotto Solana, la nuova (dopo Harmony) bambola per il sesso, presentata al CES 2018 di Las Vegas, e diverse tecnologie – marchiate Realbotix – per rendere questi umanoidi sempre più umani (es. Animagnetic, una testa personalizzabile e sostituibile, e Harmony AI, un’app per smartphone che si presenterà come un Siri, sessualmente disponibile, configurabile per umore, voce, e reazioni).
Con questa collaborerà Lovense, specializzata in giocattoli sessuali connessi e controllabili da remoto, via internet, e CamSoda, azienda che offre servizi di cam girl (spogliarelli o sesso online, con offerte in “gettoni”): a questo punto, l’utente, scelta la modella online con cui fare sesso, si approccerà alla Real Doll full optional (10 mila dollari) e quel che farà verrà trasmesso alla modella in carne ed ossa tramite i sexy toys in uso a quest’ultima che, in ultima sede, restituirà (via banda larga) le sue reazioni al cliente tramite un visore per la realtà virtuale abilitato col pacchetto “VIRP – Virtual Intercourse with Real People” (incontri virtuali con persone reali).
I primi commenti all’iniziativa sono di delusione, visto che l’esperienza è ancora ben lungi dall’essere assimilabile alla realtà, ed in molti ritengono che soluzioni del genere resteranno appannaggio di pochi, tuttavia Daryn Parker – promotore della joint venture in questione (e vice presidente di CamSoda) – ha spiegato che anche i telefoni cellulari, all’inizio, erano visti come un qualcosa di inutile destinato ad una nicchia…