Nel mondo della tecnologia, un’eventuale fusione tra Qualcomm e Intel avrebbe rappresentato una delle acquisizioni più significative della storia recente. Tuttavia, sembra che questa visione ambiziosa stia svanendo, poiché Qualcomm ha deciso di abbandonare l’idea di acquisire completamente Intel.
L’azienda, che inizialmente aveva espresso un interesse per l’acquisto, ha incontrato diverse difficoltà che hanno ridotto l’appeal di questa operazione. A settembre 2024, era emerso che Qualcomm aveva avanzato una proposta di acquisizione nei confronti di Intel, in difficoltà finanziaria. Quest’ultima stava affrontando una serie di sfide, tra cui una performance finanziaria deludente che ha portato a licenziamenti e a un taglio dei costi significativo. Inoltre, la divisione dedicata alla produzione di chip non stava attraversando il suo periodo migliore, con difficoltà legate alla fonderia e al disastroso lancio della famiglia di processori Raptor Lake.
All’inizio di quest’anno, la capitalizzazione di mercato di Intel era scesa drasticamente, con le sue azioni che hanno visto un calo del 74% rispetto ai massimi storici. Un mese fa, Intel è stata anche rimossa dall’indice Dow Jones, sostituita da Nvidia, segnando un ulteriore punto basso nella sua crisi economica. Nonostante questi segnali di debolezza di Intel, l’acquisizione completa dell’azienda non è mai stata una formalità.
Come riportato da Bloomberg, Qualcomm ha messo in pausa i suoi piani per l’acquisizione a causa di problematiche legate agli ostacoli normativi. Gli enti regolatori di tutto il mondo, tra cui quelli negli Stati Uniti e in Europa, avrebbero dovuto esaminare attentamente una fusione di tale portata. Una fusione Qualcomm-Intel avrebbe implicato un’enorme concentrazione di potere nel settore dei semiconduttori, con possibili implicazioni antitrust, soprattutto considerando le attuali tensioni geopolitiche, tra cui i rapporti tra Stati Uniti e Cina.
Qualcomm, inoltre, avrebbe dovuto monitorare le politiche della nuova amministrazione statunitense, in particolare per quanto riguarda le normative antitrust. A ottobre, la società aveva infatti deciso di attendere l’esito delle elezioni statunitensi prima di decidere se proseguire o meno con l’acquisizione. Nonostante la rinuncia all’acquisizione totale, Qualcomm non ha chiuso la porta a un acquisto parziale. L’azienda ha esplorato l’idea di acquisire singole divisioni di Intel, in particolare quelle dedicate alla progettazione dei chip, piuttosto che l’intera azienda. Questo approccio potrebbe ridurre significativamente i rischi normativi e consentire a Qualcomm di ottenere l’accesso alle risorse di Intel, senza il peso di una fusione completa.
Intel, con una capitalizzazione di mercato di circa 107,26 miliardi di dollari, è attualmente valutata quasi la metà rispetto ai 176 miliardi di Qualcomm. Un’acquisizione completa avrebbe superato i 69 miliardi di dollari pagati da Broadcom per VMware nel 2023 e i 75,4 miliardi di dollari sborsati da Microsoft per l’acquisizione di Activision Blizzard nello stesso anno. Un accordo di queste dimensioni avrebbe avuto inevitabilmente un’enorme attenzione da parte dei media, degli investitori e degli enti regolatori. Gli ostacoli normativi non sono una novità per le grandi acquisizioni nel settore tecnologico. Infatti, già nel 2022, Nvidia aveva abbandonato il suo piano di acquisire Arm per 40 miliardi di dollari, a causa dell’intenso controllo da parte degli enti regolatori. Qualcomm, consapevole di queste difficoltà, ha preferito rivedere i propri piani e concentrarsi su opzioni più praticabili, come l’acquisto di singole divisioni di Intel.